Occhiuto, senza perdere un’ora, ha chiesto a gran voce o la fine del commissariamento della sanità, o che il commissario sia lui stesso.
Gli anni di commissari, e l’ultimo e attuale non dà notizia di una sua esistenza, non hanno risolto niente, quindi hanno molto peggiorato le cose.
Bene, allora, ci provi Occhiuto: meglio lui che qualche altro burocrate fallimentare. Però, se commissariamento dev’essere, commissariamento sia.
Commissario, dal latino “committo”, affidare; commissario è uno cui si affida, con gli adeguati poteri, la soluzione di un problema che non si può affrontare in forma ordinaria.
Ed ecco il punto: i poteri. Il commissario dev’essere uno che, senza avvertire nessuno, arriva in un ufficio qualsiasi della sanità, controlla se sono tutti presenti o a spasso, pretende gli diano le carte, le legge, e poi fa due cose:
- assume immediati provvedimenti se le carte non sono regolari;
- poi, e solo poi, manda tutto alla magistratura.
Attenti, poi: se inizia un processo, se ne parla tra X anni; i provvedimenti li deve assumere il commissario, con pieni poteri, non escluso il licenziamento del colpevole.
E niente politica. E già, è vero che la politica ha corrotto molti medici; ma è altrettanto e più vero che molti medici hanno corrotto la politica!!!
Che può fare di bello, il commissario? Entra in un ospedale, e chiede se e quali “nuove” tecnologie vengano adoperate. NOTA: Nuove, per la Calabria; altrove, le usano da decenni alla Mutua. Se becca medici che ancora agiscono come dieci e vent’anni fa, li obbliga, a spese loro, ad andare ad aggiornarsi.
Così vediamo se devo sentire ancora parlare di “posti letto”, mentre altrove le operazioni chirurgiche si fanno in anestesia inavvertita e di un centimetro di pelle, e durano mezzora, poi ti salutano.
Eccetera. Insomma, se Occhiuto vuole fare il commissario – e a me sta benissimo – lo faccia senza la minima pietà. Auguri.
Ulderico Nisticò