Compie un anno il parco avventura di Lamezia Terme


“E’ una bella esperienza, soprattutto perché mi dà la possibilità di stare in compagnia di tanti bambini e di farli giocare. Ho notato che i bambini di oggi hanno difficoltà a socializzare. Ma, giocando a contatto con la natura, essi scoprono il piacere di stare insieme”.
Luigi Rubino, uno degli istruttori del noto parco avventura di Lamezia, così commenta il primo anno di attività nella pineta in località Dossi Comuni. Da quando è nato, lo scorso agosto, “Sorvolandia” offre ai lametini suggestivi percorsi naturalistici e attività ludico-ricreative molto apprezzate da adulti e bambini.

Nel 2012 la presidenza del Consiglio dei ministri pubblicò un bando per la promozione di interventi mirati alla valorizzazione dei beni demaniali. L’idea di realizzare un parco avventura, presentata dall’Asd Accademia Arti Marziali Lamezia Terme, fu ritenuta idonea al finanziamento. Venne firmata, dunque, una convenzione tra il Dipartimento Gioventù della Presidenza del consiglio, il rappresentante legale dell’Accademia Enzo Failla e la responsabile del progetto Mariateresa Costanzo.
Il comune di Lamezia concesse all’associazione, in comodato d’uso, un’area di 32.761 metri quadri della pineta.
L’ingresso al parco è gratuita, mentre l’accesso ai percorsi è a pagamento. In particolare, “Sorvolandia” comprende un’area giochi (gratuita) per bambini con meno di sei anni, dotata di scivolo, altalene e palestrina, due percorsi preparatori e cinque acrobatici, di cui i primi tre sono adatti anche ai bambini dai sei agli undici anni.
Vi sono pure percorsi per mountain bike, un’area per l’allestimento di workshop, mostre, laboratori, spettacoli teatrali e musicali.
Renato Failla, istruttore e soccorritore, fa un bilancio di questo primo anno: “Finora, abbiamo registrato circa 5 mila presenze, considerando solo gli utenti dei percorsi. Perché- precisa- i fruitori del parco non possiamo proprio contarli”.
Per Luigi Rubino, ventiquattro anni, si tratta della prima esperienza lavorativa: “Interessantissima- dice- soprattutto sotto l’aspetto umano, perché mi dà l’opportunità di trascorrere giornate spensierate, chiacchierando con molte persone sconosciute, in quest’ oasi paradisiaca che è la pineta. Tra i visitatori abbiamo avuto molte scuole, che provenivano soprattutto dal comprensorio. Da Lamezia, invece, sono venute solo cinque scuole”.

Luigi, in particolare, racconta la sua esperienza con i più piccoli: “Mi ha gratificato il fatto di poter giocare con i bambini e di farli divertire, con esercizi fisici e mentali a cui solitamente non sono abituati”. E, a tal proposito, osserva: “Mi ha colpito la variazione generazionale tra genitori e figli. I primi ricordano di aver vissuto intensamente, quando erano piccoli, il rapporto con la pineta- con scampagnate, arrampicate tra gli alberi e altri giochi in libertà, mentre per i figli sono esperienze sconosciute. Ho anche notato che i bambini conoscono alla perfezione il linguaggio dei video games, ma fanno fatica a comprendere semplici parole o istruzioni del tipo: “capovolgi il moschettone”, “afferrati dalle corde”, “ruota su te stesso”. Cioè, non hanno cognizione del proprio fisico. Ecco perché quest’esperienza sarebbe consigliabile alle scuole”.
La gestione della pineta ha dato ottimi frutti, anche sotto il profilo ambientale: “Prima quest’area era alla mercé di tutti- riferiscono Renato e Luigi- all’inizio c’erano rifiuti di ogni genere. Perciò, noi dello staff abbiamo avviato un lavoro quotidiano di pulizia e manutenzione, non solo del parco ma di buona parte della pineta. E i risultati si commentano da soli”.

Antonella Mongiardo

 


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