Alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo, corre l’obbligo di precisare i termini della vicenda che ha visto coinvolta la sottoscritta non certamente in qualità di Consigliere comunale quanto piuttosto quale legale rappresentante delle società di cui mi pregio essere Amministratore.
Pur dispiacendomi del danno derivante dalla sentenza del TAR, è fuor di dubbio che l’esercizio di un diritto non possa essere ritenuto un arbitrio o quel che ancora peggio una qualche forma arcaica di prepotenza.
Ciò, in quanto, ormai si legge sui social di tutto anche a sproposito, sicché è assolutamente necessario comprendere che la sottoscritta, sempre nella predetta qualità (e prima ancora il padre), ha cercato di far comprendere alle amministrazioni comunali, anche alla luce di atto transattivo, della assoluta necessità di trasparenza ed imparzialità in ordine ad alcune concessioni demaniali per le attività cantieristiche e non certamente per quelle strettamente balneari.
Al proposito, quindi, si rileva che, così come per i vari concessionari, anche le attività delle società amministrate dalla sottoscritta, da anni, sono compromesse nelle proprie prerogative imprenditoriali anche in ragione degli operai assunti, ben 50.
Ad ogni buon conto, la decisione del TAR era piuttosto prevedibile fin dallo scorso anno visto che il medesimo Giudice amministrativo aveva annullato i provvedimenti del Comune seppure, poi, avesse suggerito una soluzione transitoria, pur discutibile e per la quale, ahimè, ancora è pendente un ricorso che, in ipotesi, si potrebbe definire bonariamente qualora vi fosse la concreta volontà soprattutto dell’amministrazione comunale.
Si ritiene che quest’ultima non possa esimersi da responsabilità, pur gravi, in ordine a quanto accaduto e di cui sembra non avvedersi fatto salvo, lo si spera, che prima o poi, vi sia la giusta e ponderata sensibilità che consentirà alla stessa di redimersi prendendo atto dell’incapacità di amministrare la cosa pubblica visto il risultato ottenuto. E si badi che, lo si ripete, quello della sottoscritta è stato esercizio di un diritto pienamente riconosciuto dalla Giustizia Amministrativa, l’attività della Giunta comunale è lasciata alla interpretazione alla cittadinanza soveratese.
Tuttavia, in attesa di tale decisione, è innegabile che bisogna trovare una soluzione immediata per consentire al Comune di Soverato di avere quanto meno le strutture balneari allestite per la prossima stagione estiva ormai alle porte sebbene, a seguito di consulto legale, non vi sia altra soluzione che indire i bandi pubblici visto che, qualunque intervento di natura amministrativa o perfino normativa a qualunque livello non solo non è possibile ma, qualora perseguito, comporterebbe la consumazione di fattispecie di reato oltre che foriero di danno erariale.
D’altronde, l’amministrazione comunale, per come sottolineato anche nella sentenza del TAR, se avesse voluto, avrebbe potuto indire i bandi ad evidenza pubblica immediatamente fin dall’anno scorso.
Al proposito, infatti, si osserva che per indire i bandi non era e non è certamente necessario operazioni di amministrazione stratosferica, né magheggi stante il fatto che ha già adottato due bandi/avvisi nonché la circostanza che altre e direi avvedute amministrazioni comunali, proprio alla luce della sentenza del TAR dello scorso anno, non hanno avuto alcuna difficoltà ad indirli già da tempo.
Infatti, sotto questo aspetto, è fuor di dubbio che l’attuale amministrazione comunale, più del altre, avrebbe potuto e dovuto far tesoro di quella decisione del Giudice amministrativo se non altro perché era parte interessata nel giudizio che l’ha partorita.
Al proposito, in effetti, con la nuova sentenza, il TAR, decisamente e vibratamente, ha bacchettato la medesima amministrazione comunale proprio perché avrebbe dovuto indire i bandi ad evidenza pubblica poiché la soluzione paventato lo scorso anno era da ritenersi provvisoria e non replicabile.
Pertanto, sebbene ci si renda conto delle serie difficoltà e della intempestività di indire i bandi – e ciò, lo si ribadisce ancora una volta, per responsabilità esclusiva della amministrazione comunale visto che all’udienza di marzo scorso il Presidente del TAR aveva preannunciato l’adozione della sentenza in forma semplificata – anziché indirli per due concessioni (sic!), bene avrebbe potuto e dovuto fare rispetto a tutte le altre dando la possibilità a chicchessia di parteciparvi pur nella consapevolezza che ciascun dei balneari uscenti, sicuramente, sarebbe stato aggiudicatario della vecchia concessione (non essendo ipotizzabile altri interessati) dal momento che, al limite, il problema della partecipazione della sottoscritta riguardava le concessioni per le attività cantieristiche.
Si ribadisce, quindi, che la responsabilità è da ascrivere esclusivamente alla Giunta comunale che con atteggiamento, a tacer d’altro, temerario ha voluto disinteressarsi in particolar modo della sentenza del TAR dello scorso anno e, probabilmente, anche del parere dei propri legali che, di certo, data l’elevata professionalità, avranno consigliato di indire i bandi ad evidenza pubblica.
Singolare sono gli interventi, anche di qualche politico, che auspicano l’appello al Consiglio di Stato trascurando il fatto che, ciò, non solo non comporta la sospensione della sentenza del TAR ma, quel che è ancora più importante, è che è necessario un provvedimento ad hoc i cui presupposti sono assolutamente insussistenti.
Ciò a maggior ragione anche all’esito dell’udienza dello scorso marzo laddove anziché preoccuparsi di ottemperare, l’amministrazione comunale, con atteggiamento a dir poco discutibile, nel vano tentativo di supplire alla palese omissione al fine di paventare al TAR la soluzione del giudizio, ha indetto i bandi per due sedicenti concessioni che, sostanzialmente, a cui, evidentemente, non poteva e non può partecipare alcun interessato e tanto meno le società amministrate dalla sottoscritta.
Il risultato di tale maldestro espediente, è stato quello di consentire al TAR di sottolineare che ben avrebbe fatto il Comune ad indire i bandi relativamente a tutte le concessioni demaniali e non soltanto a quelle due.
Pertanto, nella speranza di aver chiarito la posizione della sottoscritta, nella qualità di cui sopra, si resta a disposizione per qualunque confronto costruttivo e positivo per giungere ad una soluzione che possa salvare quanto meno la stagione estiva pur nella consapevolezza dei limiti suddetti.
Cordialità.
Azzurra Ranieri