Confiscati compendi aziendali, beni immobili, mobili e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro ad un imprenditore reggino attivo nel settore dei servizi aziendali.
La figura dell’imprenditore era emersa nell’ambito dell’operazione denominata “MARTINGALA”, condotta da personale della DIA e della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, conclusasi nel mese di febbraio 2018, nel cui ambito l’uomo è stato rinviato a giudizio per diverse ipotesi di reato, tra cui associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati connessi e conseguenti alla gestione delittuosa di flussi economici, tra i quali riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, intestazione fittizia di beni, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, l’imprenditore si sarebbe rivelato il “regista” di un complesso sistema illecito, costruito intorno a molteplici società di comodo, con sede in Italia ed all’estero, di cui aveva la disponibilità diretta o mediata. Lo stesso, tramite la regolare documentazione, con fatture per operazioni inesistenti accompagnate da artificiosi documenti di trasporto, di movimenti fittizi di merci e prestazioni apparenti di servizi, tra le società a se riferibili e le imprese beneficiarie offriva ai propri “clienti” una formale giustificazione per la grande quantità di denaro che convergeva verso le sue imprese.
L’uomo avrebbe messo a disposizione di numerose imprese, per lo più riferibili a imprenditori ritenuti diretta espressione della ‘ndrangheta o collusi con questa, la sua organizzazione e il suo reticolo di società cartolari, sparse tra l’Italia e l’estero, sistematicamente coinvolte in svariate transazioni economiche, che simulavano movimenti di merci e flussi finanziari di apparente origine commerciale. Il sistema così congegnato si rilevava funzionale, per esigenze di riciclaggio e anche all’acquisizione fraudolenta di crediti fiscali.
La Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale ha ricostruito delle acquisizioni patrimoniali effettuate nell’ultimo trentennio, accertando i patrimoni dei quali l’imprenditore risultava disporre il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata.
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, nel mese di ottobre 2020, ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile all’ imprenditore con l’aggiunta della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di 7 tra imprese e società commerciali, sedenti sia in Italia sia all’estero, 1 ditta individuale, 5 immobili, 10 orologi di lusso e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro.
Il Tribunale ha sottoposto l’imprenditore alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per anni 4, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale.