Sono stati condannati in via definitiva con le accuse, per quanto riguarda il padre, di concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori. I figli invece sono accusati di autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini economico patrimoniali della Guardia di finanza di Catanzaro hanno portato alla confisca dei beni ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati e alle attività economiche svolte dagli stessi e dai familiari. Dalle indagini è emersa una vera e propria “holding familiare” e gli accertamenti hanno riguardato le variazioni patrimoniali e societarie e indagini di tipo bancario.
Inoltre, l’analisi delle precedenti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti i tre imprenditori hanno disvelato l’esistenza di legami con esponenti di importanti cosche di ‘ndrangheta, in particolare Mazzagatti, Arena e Grande Aracri, e per questo sono stati ritenuti socialmente pericolosi.
I beni sottoposti a confisca costituiscono la gran parte del patrimonio già sequestrato nel 2021 e sono costituiti da: 79 unità immobiliari, 45 appezzamenti di terreno nei territori di Catanzaro, Simeri Crichi, Sersale, Soveria Simeri e Settingiano, nel Catanzarese e Cirò Marina (Kr).
Ancora 80 automezzi (tra autoveicoli e macchine operatrici), 43 rapporti bancari e polizze assicurative, quote sociali e complessi aziendali tra cui figura un importante cantiere per la produzione di calcestruzzo. Infine 7 società con sede a Catanzaro, Botricello, Simeri Crichi e Firenze operanti nel settore dell’edilizia privata.