Covid, i 121 ricoverati in Calabria non sono vaccinati o hanno ricevuto una sola dose


I 121 ricoverati per Covid 19 negli ospedali calabresi, in area medica e terapia intensiva, non sono vaccinati o hanno ricevuto una sola dose del siero. Un dato, sottolineano fonti del dipartimento Salute della Regione Calabria, che evidenzia l’importanza della vaccinazione.

Il Covid continua a colpire, dunque, provoca ancora ricoveri e nei casi più gravi purtroppo la necessità delle terapie intensive, ma oramai colpisce soprattutto i giovani e i non vaccinati, che nelle ultime settimane affollano i reparti degli ospedali regionali. Le persone che hanno ricevuto la doppia dose, possono comunque contrarre in alcuni casi la malattia, ma sono per il 90% asintomatiche o non hanno bisogno di cure in ospedale.

Ancora in crescita i ricoveri
Nella nostra regione i dati sui ricoveri sono in crescita e vedono negli ultimi giorni un balzo nelle terapie intensive che salgono al il 7% (+3%) mentre si attesta al 14% il dato per le aree mediche. Ad oggi 110 persone si trovano nei reparti di malattie infettive (+1 nelle ultime 24 ore) e 11 in terapia intensiva (+4) così distribuiti: a Catanzaro 17 in reparto e 2 in terapia intensiva, a Cosenza 38 in reparto e 4 in terapia intensiva, a Crotone 5 in reparto e nessuno in terapia intensiva, a Reggio Calabria 40 in reparto e 3 in terapia intensiva e a Vibo Valentia: con 4 persone in reparto e 2 in terapia intensiva.

Ciclo di vaccinazione completo al 59%
In Calabria, secondo i dati aggiornati alle 6 di stamani dell’Agenzia italiana del farmaco, sono state somministrate 2.183.980 dosi, pari all’89,5 mentre b 59% della popolazione calabrese over 12 ha completato il ciclo vaccinale. Nella rilevazione della settimana scorsa le percentuali erano, rispettivamente, il 57% e il 69%.

L’ultimo report, pubblicato oggi e consultabile sul portale www.rcovid19.it. dedicato dalla Regione Calabria all’emergenza Covid 19, è aggiornato al 16 agosto. Secondo quanto emerge dal report, in Calabria hanno completato il ciclo l’80% della fascia d’età over 80 (la scorsa settimana era sempre l’80%), l’82% della fascia d’età 70-79 anni (era all’81%), il 75% della fascia d’età 60-69 (73%), il 61% della fascia d’età 50-59 (59%), il 52% della fascia d’età 40-49% (50%), il 41% della fascia d’età 12-39 (39%). Invece, ha ricevuto la prima dose di vaccino in Calabria l’84% della fascia d’età over 80 (la scorsa settimana era sempre l’84%), l’87% della fascia d’età 70-79 (86%), l’82% della fascia d’età 60-69 (81%), il 74% della fascia d’età 50-59 (73%), il 67% della fascia d’età 40-49 (66%) e infine il 57% della fascia d’età 12-39 (550%).

Dalla Regione 4,5 mln per tre progetti di contrasto a virus
Sono tre i progetti risultati ammissibili, per un investimento di circa 4,5 milioni di euro (Por, Fesr e Fse Calabria 14/20), in riferimento all’invito della Regione alla presentazione di proposte, rivolto alle Università statali calabresi, per individuare progetti da finanziare al fine di investire nella sperimentazione di soluzioni innovative e promuovere azioni per il contrasto all’epidemia da Covid-19. “Il dipartimento Presidenza – settori Ricerca scientifica e Innovazione tecnologica, Formazione professionale, Alta formazione, Accreditamenti e Servizi ispettivi, preso atto dei lavori della commissione di valutazione, ha avviato – spiega una nota dell’assessorato – la formalizzazione del decreto contenente la graduatoria delle proposte progettuali ammesse e presentate dall’Università della Calabria, dall’Università Magna Grecia e dalla Mediterranea. L’invito si articola in due differenti azioni: ‘Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate critiche/cruciali per i sistemi regionali’ e ‘Azioni per il rafforzamento dei percorsi di istruzione universitaria o equivalente post-lauream‘. Gli interventi sono finanziati fino al 100% delle spese ammissibili”.

“Siamo arrivati al nostro obiettivo con grandi risultati: le tre università calabresi – evidenzia l’assessore regionale all’Università, Ricerca scientifica e Innovazione Sandra Savaglio – hanno presentato progetti di alto livello che riguardano la salute delle persone, la ricerca scientifica internazionale, il miglioramento del servizio sanitario che gli ospedali possono offrire al cittadino. Sono davvero contenta”.

“L’università Mediterranea di Reggio Calabria – spiega ancora, entrando nel merito dei progetti – si propone di migliorare la digitalizzazione di ospedali con l’uso della piattaforma iCare System e si prospetta, inoltre, l’uso di qualcosa che il Covid ci ha lasciato, in positivo: la telemedicina. La Magna Greacia di Catanzaro si occuperà delle malattie infettive e della cura specifica dei malati di Covid-19, per la prima volta e specialmente da un punto di vista multidisciplinare. Infatti, saranno diversi i gruppi di ricerca coinvolti, dalla genomica, alla chimica farmaceutica, alla neuroscienza. L’aspetto multidisciplinare è presente anche nel progetto dell’Unical. Il focus saranno le nanotecnologie applicate alla salute. Questa nuova disciplina della scienza offre la possibilità di diagnosi precoci e molto precise dei tumori anche della cura del Covid. Le conseguenze positive sono enormi. Il progetto Università della Calabria ha anche una parte internazionale molto forte con, tra le altre cose, finanziamenti europei già ottenuti e collaborazioni con laboratori all’estero, che mostrano che si parte da una base molto solida. Da segnalare anche il coinvolgimento dell’intelligenza artificiale, una disciplina che, ormai, ha invaso tutti gli aspetti della conoscenza umana”.

“È stato un percorso lungo e faticoso per tutti gli scienziati coinvolti ma ne è sicuramente valsa la pena. Ognuno di loro – conclude l’assessore – avrà a disposizione un milione e mezzo di euro per realizzare un laboratorio che abbia respiro internazionale. Buon lavoro e buona ricerca”.