Da dove spunta T-Alarico


 Ripassatevi il mio di ieri, sugli infiniti errori del cartellone, di cui T-Alarico è il più buffo. Sto chiedendo chi sia l’autore, ma quando mi avranno risposto che è il professorone Pinco dottor Pallino, famoso vincitore del Premio Letterario Lafrittola e, casualmente, cugino di Qualcuno, ci guadagneremo tutti ben poco. Sarebbe infatti un Pallino Pinco qualsiasi, uno dei tanti che nelle cronache calabresi rispondono alla definizione: “Tu non sai che grande uomo di cultura… ”, e roba simile. È un vizio antichissimo, quello della teratopoiesi. Cos’è questa teratopoiesi? È la creazione (poiesi) di mostri (teras).

 Si inizia a scuola, quando il bravo Pierino de Secchionibus viene riempito di voti altissimi perché “studia”, ovviamente senza mai affacciare la benché minima obiezione al libro di testo e ai professori. Studia, impara a memoria? Lo dichiarano genio. Lo iscrivono ad università importanti. Si laurea lampo. Insomma, è il perfetto modello di funzionario regionale inetto a qualsiasi decisione.

 Si passa ai poeti di paese, “segnalati” con pergamena che si portano sotto il braccio per farla vedere agli amici invidiosi. E volgono sempre lo sguardo al cielo, in attesa delle Muse.

 Un ruolo essenziale nella teratopoiesi è l’emigrato, di cui si parla con estasi: “Mio fratello ha un posto, a Varese… ”. Non chiedete che posto è: sarebbe davvero una cattiveria.

 Basta così. Da questo clima mentale spunta il Tizio di T-Alarico e di tutti gli altri strafalcioni. In lui, probabilmente, si assommano sia l’essere parente di qualcuno, sia la fama di grandissimo storico. NOTA: I parenti possono essere di sangue o di affiliazione, fratelli!!!

 Egli, il Tizio, è stato, immagino, incaricato. Qualche sfaccendato di consigliere regionale potrebbe indagare su come, se c’è stato un bando… ma non me ne curo. Incaricato, il Tizio avrà leggicchiato qualche libercolo di quelli che si vendono nelle stazioni in caso di ritardo del treno; in uno di questi, avrà letto di Alarico, per poi confonderlo con un compagno di scuola del Lametino. Di Epeo, senza manco consultare internet… eccetera.

 Tizio è stato pagato? Beh, a mio avviso ci sono gli estremi dell’inadempienza per chiedergli i danni. Tranquilli, poi qualche giudice gli darà ragione, con gli interessi; ma intanto si paga l’avvocato.

 Insomma, è ora di ristabilire… no, stabilire per la prima volta le gerarchie. Come si fa? Beh, il celeberrimo grecista, mandatelo da me mezzora; lo storico famosissimo, mi bastano due domandine: chi fu Is? che successe in Calabria nel 1806…

 Insomma, determiniamo, con precisi criteri, chi è asino e chi è cavallo. E magari l’asino, se convinto di esserlo, sarà felice della sua modesta condizione, senza inseguire sogni di gloria e di soldi che non sono per lui.

 Detto tutto questo, però, voglio il nome. Quello dell’assessore al Turismo, Orsomarso, lo sappiamo. Ora mi serve il nome dell’incaricato. Se infatti colpiremo lui con pubblico ludibrio, magari finirà la teratopoiesi in Calabria.

Ulderico Nisticò