Dante, questo sconosciuto


 L’anno che celebra la morte di Dante si chiude la notte tra il 13 e il 14 settembre. In quel 1321, egli tornava da Venezia a Ravenna, e venne colto da malaria negli acquitrini.

 La Divina Commedia, forse iniziata nel 1307, secondo il Boccaccio prima, era stata da poco terminata; ma si raccontarono leggende a questo proposito. Già popolarissima, ebbe contraddittoria e varia accoglienza tra i dotti, a volte critica e negativa; finché, nell’Ottocento, assurse a poema nazionale, ed è – o dovrebbe essere – perno degli Istituti superiori.

 Di fatto, in molte scuole è assai se leggono Paolo e Francesca (Inf. V), e un Ulisse edulcorato (Inf. XXVI). Molti prof, anche cattolici e praticanti, non hanno la minima idea teologica dell’Aldilà, e tanto meno del Purgatorio, se no piangono i protestanti. L’Inferno, per sicurezza, è vuoto!!!

 In Calabria, i più istruiti menano vanto che “Dante nomina” Gioacchino da Fiore (Par. XII), ignorando due cose:

1.       Dante nomina persone a centinaia, e i più dei citati, per sbatterli tra fuoco e ghiacci e altri tormenti infernali. E mica pinchipalli qualsiasi: papi, re, imperatori, dotti… “l’anime che son di fama note” (Par. XVII); e tutte con nome e cognome e luogo e fatti connessi.

2.       La Commedia deriva in larga parte dal pensiero di Gioacchino, a cominciare dalla simbologia (cercate, anche in internet, il Liber figurarum), per finire alla struttura triadica…

 Ma che ve lo ripeto a fare?

 L’Università di Cosenza, dove mi dicono esista una Facoltà di Lettere, arriva al 14 settembre del tutto verginella di qualsiasi cenno a Dante con annesso Gioacchino.

 Le Scuole superiori, seguono il tristo e triste esempio: zero.

 La Regione Calabria, che annovera anche un Assessorato alla cultura, zero assoluto, cioè meno 273. I candidati alle prossime elezioni…

 E già: Dante, fino al 1302 votava a Firenze; in esilio, non votava affatto; e del resto, voleva l’Impero. Dante dunque è forestiero; Gioacchino è vero che nacque a Celico, visse a Carlopoli (Corazzo), e poi a S. Giovanni in Fiore… però è morto, quindi non vota.

 Che gliene frega, ai politicanti, di Gioacchino e Dante Alighieri?

Ulderico Nisticò