…che diventa spesso violenza, e persone normali che ammazzano la famiglia. “Normali” lo dicono i vicini a commento dei cadaveri, quando non si sbracciano a chiamare “solari” i poi assassini. Abbiamo dunque casi di follia normale, cioè di persone che non mostrano segni speciali di pazzia e stranezze, e poi esplodono all’improvviso.
Ma c’è una follia grigia, che, almeno speriamo, non provoca fatti di sangue; ma che si manifesta… no, non si manifesta, cova in atteggiamenti di monadismo, chiusura, avversione reciproca, conflittualità, isolamento, rifiuto di collaborazione, rapporti umani che si rompono senza il minimo motivo.
Monadismo, cioè quello che l’antico Barlaham chiamava onfalopsichismo, cioè quelli che hanno l’anima nell’ombelico, e guardano solo ciascuno a se stesso. Da questo deriva la presunzione, alimentata da tv e social, di essere tutti filosofi e tutti poeti e tutti storici e tutti autori di teatro, eccetera. Tutti storici: non c’è nessuno che non parli di uno sbarco di Ulisse, Odissea alla mano. Non sa leggere il greco? Poco male, c’è chi lo legge per lui… di quarta mano. Tutti storici del 1860: non hanno la minima idea dei fatti del XIX secolo, però hanno letto lo storico della domenica, che ignora anche il XVIII e il XX e tutti gli altri secoli, però come sparaballe è straordinario e soddisfa il bisogno di riparare alla frustrazione del presente con promesse di futuro e sogni di passato.
Salta così ogni principio di autorità. Si sentono male? Mica vanno dal medico, si curano in internet. Nella suddetta contemplazione del proprio ombelico, non possono ammettere che uno ne sappia più di loro, nemmeno in medicina; figuratevi in Odissea!
Aggiungiamo una patetica ricerca della felicità, che non dico banalmente sia impossibile, tanto è ovvio, quanto sarebbe insopportabile e disumano se accadesse, come una cena a colpi di bignè e senza mai un poco di sale e del peperoncino.
Il risultato è la solitudine, che non trova rimedio in nessuna socializzazione. Speriamo nella Notte bianca, almeno per una notte.
Ulderico Nisticò