Disastro Draghi, ovvero, Natura delle cose è il loro nascimento…


…insegna il Vico. Il disastrosissimo sistema istituzionale italiano è un frutto inevitabile della sua nascita nel 1944, o, più esattamente, rinascita del modo già dilagante dal 1848 al 1922. Il sistema è nato partitocratico, infatti, già nel 1848, in prevaricazione dello stesso Statuto Albertino; ed è tornato tale, sicché dal 1944 al Draghi 1 forse Draghi 2 credo siamo vicini ai settanta (70) governi; uno l’anno di media, però parecchi sono durati di meno.

 Ogni storia di ogni governo e governicchio 1848-1922 e 1944-2022 somiglia all’altra: due o tre o quattro o quarantaquattro partiti si mettono provvisoriamente d’accordo per tenere in piedi Pinco o Palla o Pallino; poi uno o due si tirano indietro, e i governi di turno cadono.

 La caduta di quello Draghi forse 1 forse aspirante 2, è particolarmente grave perché l’Italia, sotto questo supergoverno di Supermario, è l’ultima d’Europa; la Borsa di Milano crolla; l’inflazione ufficiale è vicina al 9%, il che significa che è più alta; è in atto una guerra. Alla faccia del salvatore della patria!

 E se andiamo a votare, non vedo all’orizzonte nessun Licurgo e nessuno Zaleuco e nessun Solone che riformino il marcio sistema; e tanto meno un Giulio Cesare e un Augusto. Scusate gli esempi da professore di lettere classiche, ma così non dite che turbo le vostre coscienze democratiche… ammesso ci siano. Votiamo ad ottobre 2022? A luglio 2023 saremo punto e da capo; se non prima.

 Boh!, oppure Boh?

 A proposito di guerra, avete sentito che dice Putin? Dice: “Prima Johnson, poi Draghi; aspettiamo il prossimo”…

 Siccome oggi mi sento criptico, vi lascio con una nota frasetta latina: “post hoc an propter hoc?” Fatto sta che sono caduti due tra i più bellicosi; anche Scholz e Macron se la passano maluccio. Per caso, o no? Anche questo, lo vedremo.

Ulderico Nisticò