Disastro generale e regionale


 Che occhio di lince, il Figliuolo! Arriva in Calabria, ci sta un paio d’ore, decreta che tutto va bene e in seguito andrà meglio, molto meglio, e riparte. E intanto non l’opposizione regionale, che non esiste e se esiste dorme, ma persino i sempre miti giornali e tv c’informano che non funziona un bel niente. La mia modesta riflessione è che hanno torto entrambi, e perciò la Calabria brancola nel buio. Del resto, è persino superfluo ricordare ai lettori in quali burrasche navighi la sanità calabrese, con ogni tanto… no, spesso anche fanghiglia e palude di disonestà. Il commissario Longo non sta dando segni di vita. La Regione… beh, lasciamo perdere.

 Intanto, l’argomento prossime (???) elezioni è caduto nel dimenticatoio, e non ne parlano più nemmeno Tansi e De Magistris… sempre ammesso siano ancora amiconi, e ne dubito. Il centrodestra, per dirla con Dante, “piaggia” (NOTA: Dante, poeta italiano ignoto a Regione Calabria e Università); il centrosinistra starà covando un’ideona intelligentissima alla Letta maniera: candidare una donna, non perché brava, ma in quanto tale; sperando che le signore Dem non litighino miseramente come quelle al senato.

 E non è che il resto non vaghi nel caos. Il covid circola da quando lo chiamavano ancora coronavirus, cioè dagli inizi del 2020, 15 mesi fa. C’era il governo Conte 2, che non ha risolto un bel nulla; poi è arrivato il supergoverno Draghi, e, in questi suoi primi mesi di vita, non sta risolvendo un bel niente.

 Dico nell’economia nazionale, che è al collasso, per l’evidente motivo che nessuno ha soldi da spendere e, fattore non da trascurare (studiate Pareto, ogni tanto) nessuno ne ha voglia, anzi dilaga una depressione tangibile e visibile. A fasi alterne, ma difetta, anzi manca quella componente fondamentale della vita umana che è la socialità. E ve lo dico io che, con l’aiuto di pochi amici, mi sto inventando ogni sorta di comunicazioni elettroniche, Soveratoweb in testa, e teatro tv, e, sempre elettronicamente, faccio più io per Dante di tutti gli intellettualoni pagatissimi, e di Regione e Università messi assieme… ebbene, vi posso assicurare che sono tutti nobilissimi, nobilissimi sì ma mesti surrogati di una sana chiacchierata tra amici. L’economia è anche questa, è “i gusti”, e il piacere di andare al mercatino e incontrare Tizio e Mevio e chiedere notizie di Caio e Sempronio.

 Non ci sono soldi; il supereconomista Draghi non sta facendo niente di diverso dall’avvocato Conte; e i ristori non arrivano né in inglese né in italiano; e se arrivassero, o se arriveranno, sarebbero come aspirine per malati terminali.

 Se il Meridione, e la Calabria in specie, e Soverato soprattutto, perderanno la Pasqua, che già è persa, e in prospettiva l’Estate, verrà meno il poco denaro fresco e vivo, e resteranno solo le pensioni e gli stipendi: notate l’ordine delle priorità. E sono palesemente insufficienti, i modesti mensili, donde le infinite saracinesche abbassate per motivi indipendenti dal virus.

 Nessuno, né i governi né i plurilaureati, vuole capire che, quando passerà il covid – è passata la peste nera del 1348, figuratevi lui! – lascerà dietro mucchi di macerie spirituali. Non fate paragoni con il dopoguerra del 1945: allora quelli che avevano combattuto, e, all’80% lo fece con entusiasmo, si misero d’urgenza e con entusiasmo, a ricostruire quello che, con pari entusiasmo, avevano distrutto a vicenda; e le passioni ereditate dalla guerra me le ricordo bell’e vive e trasmesse in eredità alla generazione successiva, la mia.

Oggi abbiamo giovani (“ragazzi di 30, 40 anni”!!!) diseducati da pessima letteratura piagnona e deboluccia e morbosa, insegnata a scuola a colpi di poeti suicidi, e manco si sa perché decisero di defungere; e in cui l’emarginazione non viene presentata quale un’eccezione da curare, ma come regola, anzi quasi quasi un modello da imitare. Mancano dunque le energie morali, le passioni, anche la più ovvia, l’amore (l’anafrodisia è diagnosticata da un pezzo, donde il collasso demografico), sostituito con il parlarne “bevendo qualcosa”… Mancano le idee, mancano persino le ideologie. La gente si annoiava anche prima; ora, chiusa in casa, è alla nevrosi.

 Servirebbe una rivoluzione ideale, della quale in questo momento però io non vedo manco l’ombra più vaga.

Ulderico Nisticò