Una semplice gastroscopia si è trasformata in una tragedia per una donna di sessantaquattro anni, deceduta dopo oltre un mese di agonia in seguito a gravi complicanze post-operatorie.
La Procura di Catanzaro ha concluso le indagini e richiesto il rinvio a giudizio per un medico dell’ospedale cittadino, accusato di negligenza e imperizia.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, durante l’esame diagnostico, effettuato lo scorso anno, si sarebbe verificata una lesione all’esofago della paziente. Un danno che, stando alla consulenza medico-legale disposta dalla Procura, non sarebbe stato riconosciuto e gestito tempestivamente, aggravando progressivamente le condizioni della donna fino al decesso, avvenuto dopo un mese di ricovero e sofferenze.
A presentare denuncia sono stati i familiari della vittima, insospettiti dalle modalità con cui erano sopraggiunte le complicazioni subito dopo l’esame. La Procura ha quindi aperto un fascicolo per omicidio colposo, disponendo accertamenti tecnici e interrogatori, fino alla decisione di chiedere il processo per il medico coinvolto.
Nel capo d’accusa, l’organo inquirente contesta al professionista una condotta caratterizzata da negligenza e imperizia, ritenendo che l’esame sia stato eseguito senza l’adeguata attenzione e che non siano state messe in atto le dovute procedure di controllo e intervento dopo il manifestarsi dei primi segnali di sofferenza della paziente.
L’udienza preliminare è stata fissata per i prossimi mesi e sarà il giudice a stabilire se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio e avviare il processo penale.
I familiari della donna, assistiti da un legale di fiducia, hanno espresso fiducia nell’operato della magistratura e auspicano che si faccia piena luce su quanto accaduto, affinché simili episodi non si ripetano più.
Il caso ha destato forte commozione in città e tra i pazienti dell’ospedale, rilanciando il dibattito sulla sicurezza delle procedure mediche e sulla necessità di controlli rigorosi nelle strutture sanitarie.