Drôle de guerre


 L’1 settembre 1939, di fronte alla questione di Danzica, la Germania attaccò la Polonia, la quale, nei giorni precedenti, aveva esplicitamente minacciato un conflitto; l’Unione Sovietica a sua volta recuperò i territori persi nel 1921 a favore della Polonia. Spero sappiate di cosa parlo, perché non è di questo che tratto, ma della “drôle de guerre”, la strana guerra: Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania ma non all’URSS; e, semplicemente, non combatterono, tranne, nei mesi seguenti, qualche scontro in Norvegia, finito con vantaggio tedesco. L’Italia di Mussolini, non volendo combattere ma nemmeno potendo restare neutrale, dichiarò una fantasiosa e precaria “non belligeranza”. Ecco la drôle de guerre, fino a maggio 1940, quando la Germania lanciò una potentissima offensiva, e in 18 giorni tutto compreso annientò la Francia. A questo punto la guerra iniziò sul serio: intervenne l’Italia, e la Gran Bretagna combatté davvero.

 Abbiamo una drôle de guerre anche sul Don, al netto di notizie che per metà sono credibili e per l’altra metà sanno di propaganda. Quello che riusciamo a capire è che la Russia sta vincendo meno, molto meno di quanto sperava, e anche di quanto potrebbe; e l’Ucraina, mentre combatte con innegabile valore, compra gas russo tramite l’Ungheria.

 A proposito di comprare, penso tutti sappiate che l’Italia paga in rubli finti euro; e che tutta l’Europa, a parole vuole applicare le sanzioni, ma alla fine continua ad usare il gas, e lo paga in rubli. E il rublo si rivaluta. Ora, ve l’immaginate voi che, nel 1941, la Gran Bretagna venisse a comprare in lire (buone lire anteguerra!) il bergamotto, e l’Italia importasse whisky pagando in sterline?

 Ed ecco la questione del grano: tutti ne abbiamo bisogno; Ucraina e Russia lo devono vendere prima che si guasti. Che fare?

 Nella drôle de guerre, l’Europa (dis)Unita ha dimostrato la sua inconsistenza politica, che nell’ultimo mese è diventata silenzio tombale. Ursula è sempre quella della sedia!

 Spuntò un piano italiano. Non era malaccio: Ucraina neutrale, e mai nella NATO; Donbass autonomo sotto sovranità nominale ucraina.

 Non era male, se non che Draghi e Di Majo lo hanno ridicolizzato presentandolo non a Russia e Ucraina, ma all’ente inutile e costoso ONU e al pincopalla Guterres, cioè al nulla su due gambe; e perciò non è stato nemmeno letto. Draghi doveva partire per Mosca e Kiev, e presentare il piano strafregandosene di ONU, EU, NATO. Per farlo, bisognava che l’Italia fosse indipendente, cosa che non è. Abbiamo perso la guerra nel 1943 e 45, in due rate: e quella era diventata non drôle de guerre, ma la guerra vera.

Ulderico Nisticò