Eletti nelle scuole i componenti del Comitato di valutazione degli insegnanti


scuola4Tra polemiche e tentativi di boicottaggio, le scuole hanno eletto i componenti del Comitato di valutazione degli insegnanti.
Il riconoscimento della bravura professionale dei docenti è uno dei punti più controversi della Buona scuola. La questione del merito, che in Francia e in Germania è affidata a esami scritti, colloqui orali e analisi del lavoro in classe, mentre in Austria, Belgio, Polonia e Paesi Bassi è affidata ad un’organizzazione esterna, in Italia sarà gestita, invece, da un organismo presieduto dal dirigente scolastico e composto da docenti, genitori, studenti e un membro esterno alla scuola scelto dall’ Usr.
Il comitato di valutazione, oltre ad esprime il proprio parere sul superamento del periodo di prova del personale docente, entrerà nello spinoso campo della valorizzazione professionale. E’ bene chiarire che il Comitato non valorizzerà i docenti meritevoli- prerogativa che spetterà unicamente al dirigente scolastico mediante l’ assegnazione di bonus- bensì dovrà limitarsi a indicare dei criteri di individuazione.
L’ aspetto più contestato di questo meccanismo è il fatto che nella valutazione siano coinvolte figure prive di specifiche competenze didattiche. Ed è anche criticata, da molti, l’ “intromissione” di membri esterni scelti dagli uffici scolastici regionali.
Nino Tindiglia, coordinatore regionale Gilda, si chiede con quali specifiche competenze genitori e studenti possano affrontare la questione del merito degli insegnanti. “Si assiste al rovesciamento anche di quest’ultimo caposaldo- commenta Gino Vescio, Rsu Uil- Avremo insegnanti in balia degli umori, dei giudizi, della valutazione dei genitori e addirittura dei loro studenti. Insomma, la scuola al contrario. In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori”.
Tra le proposte di “boicottaggio” c’è anche quella di rinunciare al bonus di 200 euro che il preside assegnerà ai docenti “meritevoli”. Nell’Usb e nei Cobas c’è chi ha scelto di boicottare, dando l’indisponibilità a far parte del comitato. Anche la Gilda tiene duro e, come atri, sottolinea che il bonus per la valutazione: “contrasta con i princìpi costituzionali e viola le leggi vigenti che prevedono che il trattamento economico fondamentale e accessorio è definito dai contratti collettivi; crea un’autorità salariale nella figura del dirigente scolastico e gli attribuisce poteri in materia didattica in contrasto con le sue competenze e le sue funzioni che sono di carattere gestionale, amministrativo e organizzativo; attribuisce, caso senza precedenti in Europa, competenze didattiche e valutative a componenti non professionali nel comitato di valutazione; subordina gli organi collegiali alla volontà di un organo monocratico; lede la libertà di insegnamento poiché il bonus, con il suo potere di condizionamento, limita fortemente l’autonomia professionale; prevede una procedura premiale estranea alla cultura cooperativa e collegiale della scuola italiana”.
Ciò non significa, però, che i docenti non vogliano essere valutati. Nino Tindiglia puntualizza che “non è vero che i professori sono contrari all’ introduzione della meritocrazia nella scuola. Da una ricerca svolta da “SWG sondaggi” risulta che l’ 80% degli insegnanti vuole essere valutato. Ma chiede che il valore professionale venga giudicato da un organismo serio, su basi scientifiche e non umorali”.
Sulla questione della valutazione dei docenti interviene il Comitato dei ricorsisti calabresi. “Speriamo- scrive il Comitato in una nota – che il membro scelto dall’ Usr sia meno distratto di quelli che hanno giudicato gli aspiranti presidi del 2011. Non dimentichiamoci ciò che è accaduto allora. Compiti pieni di errori concettuali e sintattici sono stati giudicati idonei, mentre compiti corretti sul piano morfosintattico sono stati bollati da un “ingiurioso” marchio di asinità. Insomma- aggiunge- una valutazione al contrario”.
Il Comitato dei ricorsisti continua a puntar il dito contro una lunga serie di errori grammaticali e concettuali, riscontrati in compiti giudicati “idonei” dalla commissione esaminatrice, formata da Antonio Viscomi, Maria Carmela Ferrigno e Vincenzo Multari. E cita alcuni esempi: “dell’ piano” (con due elle e l’ apostrofo), un ora (senza apostrofo), “soprattuto” (ripetuto due volte in 3 righe), “la cultura criminale e mafiosa che deprimono”, “le due figure …è responsabile”. Inoltre, concetti sbagliati del tipo: “il direttore didattico era posto al vertice della scuola secondaria”, anziché elementare; DPR 275/99 chiamato legge sull’ autonomia, anziché decreto del Presidente della Repubblica; un decreto legislativo del 1993 che sarebbe stato introdotto da un decreto legislativo del 1998; “il dirigente scolastico presiede il Consiglio d’ Istituto”; “nei consigli di classe è presente la componente Ata”. E poi, ancora, “punteggiatura mancante, sintassi e concordanze saltate, consecutio temporum inesistente, per non parlare di intere parti di elaborati risultate identiche al contenuto di libri ed e-book”.
“Insomma- scrivono i ricorsisti- com’ è possibile che una intera Commissione non si sia accorta di tanti madornali strafalcioni? Come si può consentire che persone così “distratte” decretino il destino della P.A? Saranno persone “distratte” come queste a dover valutare i docenti meritevoli? Quanto è accaduto – aggiunge- è sintomatico che nella scuola c’è qualcosa che non va- commenta il Comitato, il quale si associa alle considerazioni del preside Francesco Scoppetta sui concorsi statali, da lui definiti “il problema dei problemi”. In particolare, in merito all’ ultimo concorso per dirigenti scolastici, Scoppetta afferma :“ Ciò che è accaduto in Italia è sintomo che il sistema non funziona, tant’ è che non riesce a gestire in maniera corretta neppure un concorso pubblico. La logica del favoritismo fa sì che i posti di potere siano affidati a gente sprovveduta. La politica condiziona tutto e poi deve inevitabilmente intervenire la magistratura per riparare i danni”.

Antonella Mongiardo


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