Emergenza energetica e partecipazione attiva di noi cittadini


 La guerra in Ucraina, oltre all’orrore suscitato dalle raccapriccianti immagini, trasmesse dai mass media, dei morti, dei bambini e delle donne in fuga dalle proprie case e dalla propria terra, dei bombardamenti a tappeto e delle colonne di fumo dei palazzi colpiti dalle bombe, ha anche stravolto la visione del mondo così come realizzata nel secolo scorso, dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Un periodo di pace di circa ottant’anni nel quale si era creato un nuovo assetto mondiale ed europeo e principalmente una coesistenza e convivenza pacifica tra popoli con culture e storie diverse. Difficilmente si sarebbe   potuto supporre scoppiasse una nuova guerra nel cuore dell’Europa e neanche lontanamente immaginare i risvolti e le conseguenze ad essa connessi in termini economico-finanziari, etici e delle politiche energetiche.

L’UE e soprattutto la Germania e l’Italia rischiano di pagare un grande tributo alla dipendenza dal gas russo. La transizione ecologica, appena iniziata,  segna una significativa e pesante battuta d’arresto, se non addirittura una regressione in conseguenza della necessità dell’uso di fonti energetiche inquinanti come il carbone per soddisfare il fabbisogno del sistema produttivo.

I rimedi da attuare ci sono, ma necessitano di tempi lunghi ed implicano un ripensamento ed una rivoluzione delle politiche energetiche finora attuate dall’UE e dalle singole nazioni che ne fanno parte. Tralasciando l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili che rientrano nelle politiche macroeconomiche da adottare, mi limito a parlare della riduzione dei consumi che potrebbe essere conseguito da ciascuno di noi nel proprio ambito e contesto familiare. Infatti il consumo annuale in un’abitazione media è mediamente quello riportato nella tabella seguente:

 Per questi consumi gli accorgimenti riguardano l’utilizzo ponderato degli elettrodomestici, l’uso di lampade a led, i cui consumi sono nettamente inferiori a quelle delle lampade alogene o ad incadescenza,  e di apparecchiature a basso consumo energetico.

Ci sono poi i cosiddetti consumi invisibili e spesso sconosciuti che derivano dagli elettrodomestici apparentemente spenti o in stand-by. Sono gli apparecchi di uso comune come il televisore, il pc, la macchina del caffè, il cordless , il caricabatteria del cellulare e il cellulare, la consolle dei videogames ecc…

In genere tutti questi dispositivi per funzionare necessitano di alimentatori che trasformano la corrente alternata in continua e di sensori che forniscono il segnale ai display.  Ebbene, essi non smettono neanche per un istante di assorbire energia. Si calcola che il loro consumo medio annuo si aggiri sui 350 wh per ogni abitazione e che esso incide significativamente sul costo familiare della bolletta.

Basta moltiplicare tale singolo consumo per tutte le abitazioni esistenti in Italia per capire quante centrali di media dimensioni occorrono per produrre tale energia. Sarebbe quindi buona norma   spegnere completamente tutti gli elettrodomestici staccandoli dalle prese o utilizzando prese interrotte o multiprese ( ciabatte) con interruttore. Accorgimenti semplici che producono benefici effetti alle tasche degli italiani, all’ambiente , allo stato, soprattutto in questo particolare frangente in cui il costo del petrolio e del gas è esorbitante.

  Nicola Iozzo