Epitome delle Due Sicilie


 Non si può riassumere l’ampia e variegata conferenza di Ulderico Nisticò sulle Due Sicilie, tenuta per la III età il 13 gennaio. Rileviamo qui solo il tono ragionato e del tutto privo di quella retorica che, in un senso o nell’altro, è ormai di dilagante moda quando si parla di Meridione a colpi di ricchezze e potenze e primati, oppure di miseria e fame… Nisticò ha usato il metodo vichiano dei fatti, con un taglio rigorosamente politico della narrazione.

 A beneficio dei lettori, utilizziamo, per concessione della III età, due prospetti riassuntivi, uno la sintesi dei fatti del Regno dal 1816 al 1861 con qualche necessaria primessa; l’altro, la spiegazione del curioso nome di Due Sicilie.

Coordinate essenziali

  • 1130: Ruggero II s’incorona “rex Siciliae et Ducatus Apuliae et Principatus Capuae”;
  • 1282: con la Guerra del Vespro, la Sicilia si separa dal continente;
  • 1734: Carlo di Borbone diviene re di Napoli e re di Sicilia; nel 1759 passa in Spagna come Carlo III;
  • 1759: gli succede il terzogenito Ferdinando, IV come re di Napoli, III come re di Sicilia;
  • 1798-9: una fugace Repubblica “giacobina” detta Partenopea; riconquista del Ruffo;
  • 1806-15: dominio dei re napoleonidi Giuseppe Buonaparte e dal 1808 Gioacchino Murat; insurrezione popolare borboniana; nascita di un partito murattiano;
  • 1812: costituzione siciliana;
  • 1815: sconfitta e morte di Murat; Convenzione di Casalanza tra Ferdinando e i murattiani;
  • 1816: abrogazione della costituzione siciliana; 8 dicembre, Regno delle Due Sicilie, e il re assume il titolo di Ferdinando I;
  • 1820-21: monarchia costituzionale; insurrezione della Sicilia; repressione austriaca;
  • 1825: morte di Ferdinando I; 1825 – 30, regno di Francesco I;
  • 1830: successione di Ferdinando II; anni di un certo progresso economico;
  • 1848: monarchia costituzionale; agitazioni di Napoli; sospensione della costituzione;
  • 1859: morte di Ferdinando II e successione di Francesco II;
  • Guerra tra Francosardi e Austria (Seconda g. d’indipendenza); annessione alla Sardegna di Milano, Parma, Modena, Bologna e Firenze; cessione di Nizza e Savoia alla Francia; in questi eventi, inerzia delle Due Sicilie;
  • 1860: maggio, spedizione di Garibaldi in Sicilia, poi nel continente; battaglia del Volturno; ottobre, intervento del Regno di Sardegna, battaglia del Garigliano;
  • 13 febbraio 1861: resa militare di Gaeta;
  • insurrezione popolare detta brigantaggio, e guerra di repressione;
  • 1894: morte in esilio di Francesco II;
  • nei decenni seguenti, nascita di un serio revisionismo storico, poi sua attuale degenerazione modaiola.

Una curiosa denominazione

 Sotto le dinastie d’Altavilla e Sveva, il Regno viene chiamato, per brevità, di Sicilia.

 Dopo la Guerra del Vespro del 1282, la Pace di Caltabellotta del 1302 sancisce che l’isola vada a Federico [III] d’Aragona con il titolo di re di Trinacria; e il continente a Carlo II d’Angiò, ma con il titolo di re di Sicilia.

 Il nome di Trinacria, pur usato da Dante (Par. VIII), ebbe poca fortuna, e si preferì “Sicilia ultra Pharum”, cioè dopo lo Stretto; e il continente si chiamò ufficialmente “Sicilia citra Pharum”. Ciò sarà fonte di molte confusioni nei secoli seguenti.

 Alfonso d’Aragona, conquistata nel 1442 Napoli e ivi trasferitosi, usò l’appellativo di “rex utriusque Sicilie”, ma nel senso dell’una e dell’altra Sicilia come troni separati; e così si dichiarò Carlo di Borbone; fece lo stesso, ma in italiano, Murat, proclamandosi delle “due” Sicilie, pur non avendo il possesso dell’isola ma rivendicandolo.

 La denominazione ufficiale di Due Sicilie, adottata nel 1816, s’intende invece uno Stato solo formato da continente e isola.

 Il problema di una denominazione si è posto più volte, in mancanza di una storica. Nel 1711/4 i due troni chiamati da sempre di Inghilterra e Scozia e fusisi, assunsero l’artificioso nome di “Regno Unito di Gran Bretagna”, con seguenti variazioni. Nel 1720 i domini dei Savoia si chiamarono Regno di Sardegna con capitale Torino! Nel 1776 le colonie ribelli si denominarono Stati Uniti d’America. Napoleone I, per un resto di democrazia verbale, s’incoronò imperatore dei Francesi e non di Francia. Nel 1808, Giuseppe Buonaparte pose fine agli innumerevoli titoli dei suoi predecessori, e s’intitolò re di Spagna. Eccetera.

 Si tratta dunque di definizioni ufficiali di valore politico, non necessariamente rispondenti a qualcosa di geografico o di tradizionale.  I nomi ufficiali detengono però una tale potenza da far presto dimenticare quelli precedenti: come Vibo Valentia e non Monteleone; Lamezia e non Nicastro o Sambiase: vive S. Eufemia, ma in quanto stazione ferroviaria.

Per tutto il resto, Nisticò ha annunziato l’imminente uscita di un suo libro, di cui pubblichiamo la copertina.


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