Esce in italiano il libro dello storico Wolf sulla Calabria e l’Odissea di Omero


A distanza di circa due lustri dall’ultima ristampa in lingua tedesca, ha finalmente visto la luce – grazie a «Local Genius», giornale delle Identità Territoriali – anche l’attesa edizione in italiano del prezioso lavoro di ricerca sulla localizzazione dell’Odissea di Omero, condotto per più di quarant’anni dall’illustre storico tedesco Armin Wolf. L’opera, di grandissimo spessore – accolta con molto entusiasmo da studiosi e appassionati di tutto il mondo – pone al centro del suo interesse la Calabria (in particolar modo l’Istmo di Catanzaro e il territorio di Tiriolo, il mitico mare Ionio e il Tirreno), nonché la Sicilia, lo Stretto di Messina, tra Scilla e Cariddi, le Eolie e l’isola Malta. Insomma, tutta la parte centrale e occidentale del Mediterraneo che interessò Ulisse durante il suo viaggio di ritorno verso Itaca.

Una straordinaria ricerca, questa dello storico tedesco Wolf, che rivoluziona appieno l’approccio con l’Odissea, riportandola a ciò che realmente è: un vero e proprio testo di storia, elaborato in versi, piuttosto che una «semplice», per quanto sublime, opera poetica. Sicché, l’Odissea di Omero (concepita nel VIII secolo a. C.) diventa – grazie a una serie di geniali intuizioni, confortate da ricerche approfondite e dall’analisi di innumerevoli fonti – il primo documento storico, frutto di un viaggio reale, puntualmente raccontato. «Ulisse, fiaccato dalla perigliosa e lunghissima navigazione nel disperato ma tenace intento di rientrare in patria dopo aver combattuto a Troia, naufraga nel Golfo di Lamezia Terme, alla foce del fiume Amato. Lì, soccorso da Nausicaa, raggiunge a piedi la reggia dei Feaci, nel territorio di Tiriolo, da dove si possono osservare i due mari (lo Ionio e il Tirreno) e i due porti. Racconta le sue epiche peripezie a re Alcinoo che lo aiuta, fornendogli un’imbarcazione». «Sull’incontro con Nausicaa e le ancelle, fino alla reggia», scrive fra l’altro in un articolo culturale il giornalista e scrittore Vincenzo Pitaro (su Gazzetta del Sud, pagina Cultura, di giovedì 19 febbraio 2009), «Ulisse ci regala una fotografia esatta di questo posto. Descrive persino la piazza, grande e lastricata di granito e calcare, “le cui pietre”, come dice lo stesso Ulisse, “sono da vicina cava condotte”.

Ebbene, qui esiste ancora – nei paraggi – una cava di granito e calcare, l’unica doppia cava di tutta la costa ionica».
L’illustre storico tedesco Wolf nel suo volume, dunque, risolve così – individuando nell’Istmo di Catanzaro il luogo strategico dell’Odissea – una questione rimasta «appesa» per secoli. Come aveva fatto il figlio di Laerte a ripartire in nave verso Itaca senza riattraversare lo Stretto di Messina? Ulisse – spiega il prof. Wolf – passa dalla costa tirrenica a quella ionica, percorrendo a piedi, in due distinte tappe, l’Istmo di Catanzaro, lungo all’incirca 30 chilometri. L’eroe omerico salpa dalla foce del Corace, nel Golfo di Squillace, dove giunge a piedi partendo da Tiriolo, e con un’ormai sicura navigazione di cabotaggio raggiunge finalmente Penelope e Telemaco. L’Istmo di Catanzaro è la Terra dei Feaci, ricca, ospitale e civile, con un’agricoltura fiorente, memoria degli evoluti popoli pre-ellenici che abitarono la Calabria; lo Stretto di Messina con i suoi «miti» conserva il racconto di un devastante terremoto-tsunami; la Sicilia e le Isole Eolie, così come l’antica Calabria, ritrovano una centralità storica che può essere posta a fondamento di una rinascita economico-sociale basata sulla massima valorizzazione delle risorse culturali, archeologiche, ambientali, turistiche. Secondo Wolf l’Odissea di Omero «introduce» quella che da lì a breve sarebbe diventata la gloriosa stagione della Magna Græcia, con l’arrivo stabile dei coloni ellenici.

Armin Wolf – «Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero. Da poesia a documento storico: una nuova lettura dell’Odissea», pp. 460, € 10.00, Editore Local Genius (e-mail: info@localgenius.eu)


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