Esopianeti calabri


Nel Medioevo, epoca buia e quando tutti erano analfabeti eccetera, i papi e gli antipapi, i re e gli antire, prima di affrontarsi in campo a lancia e spada, chiedevano il parere delle università di Bologna e Parigi; e quei professori, per rispondere, si accapigliavano a colpi di citazioni dei più astrusi monaci d’Irlanda o di Corazzo in Calabria.

Oggi, in Calabria, le tre università statali, e ce ne sono varie altre, non esprimono un’opinione non pretendo su antire e re, ma nemmeno sui più insignificanti problemi del traffico a Catanzaro o della ridicola (e sospetta) questione dei tamponi a Cosenza e sulla sanità in genere, o dell’allagamento di Reggio (complimenti al miracolato Falcomatà, e ringrazi la pessima gestione della Lega se non è a casa!).

Non ne esprimono, e tanto meno qualcuno glieli chiede. Nell’oscuro e selvaggio Medioevo, l’Alma Mater era una potenza mondiale; oggi che sono tutti laureati e diplomati, UNICAL e Magna Graecia e Mediterranea, eccetera, messe assieme, contano quanto il due di coppe quando la briscola è a spade. E soprattutto non vogliono contare: “a mejjiu parola esta chira chi non nescia”.

Le nostre università sono esopianeti, di quelli che ogni tanto gli astronomi beccano a girare per conto loro attorno a stelle site a milioni di anni luce. Li scoprono, li nominano Salina e Veltro come fece il principe di Lampedusa, li archiviano, e tanti saluti agli spazi siderali.

Però le calabresi università fanno il loro lavoro: i docenti spiegano, i ragazzi studiano, danno esami, si laureano e vanno a lavorare a Milano o in Spagna. Ecco a cosa servono, le università esopianeti.

Lo stesso per gli intellettuali indigeni o d’importazione. Klaus Davi, piaga sociale ancora più di Corbelli, ha scoperto gli omicidi di Reggio per opera di bande mafiose… degli anni 1990, tre decenni or sono. Ha scritto un libro su questa sorprendente novità, e venderà copie. È vero, allora ogni giorno a Reggio morivano ammazzati – a bassissimo costo – parecchi ogni giorno. Poi arrivò – si dice – un emissario delle mafie americane, e da allora i mafiosi reggini muoiono solo di tardissima vecchiaia, e dopo aver chiesto l’autorizzazione transoceanica.

Ora corre un gruppo di utopisti di sinistra (Marx li sbeffeggerebbe così!) che vogliono salvare la Calabria raccogliendo firme di altri sognatori. Proposte concrete e praticabili, ovviamente zero.
I partiti di sx parlerebbero, se esistessero: purtroppo per loro e per la loro inettitudine, non esistono. Il cdx, sornione, tace: tanto vince, o di perdere ha una sola eventualità, ed è che Invernizzi sbagli candidatura come fece a Reggio e Crotone; e, nel nostro piccolo, a Soverato.

Intanto, non si sa mai, Spirlì distribuisce qualche migliaio di euro (IVA inclusa) a testa per la cultura: e sotto con la sagra del melone di pane. Centenario di Dante? Ahahahahahahahahahahahahah: chi era, colui?

Ulderico Nisticò