Europa carolingia e Italia periferia


 Tutta la storia politica europea dall’VIII e IX secolo può dirsi una lunghissima e altalenante guerra tra tribù di Franchi. Un loro re, Carlo, divenne nell’800 l’imperatore d’Occidente, ma tale assetto durò poco più della sua vita, conclusasi nell’814. Gli successero figli e nipoti, e il titolo imperiale restò fino al 1806, ma intanto i grandi feudatari si erano resi semindipendenti ed ereditari, e nacquero alcuni Regni: Francia, Germania, Italia, Provenza, Arles. Ma tutti i re e grandi feudatari erano di stirpe franca e in qualche modo discendenti da Carlo Magno, anche i re imperatori e i duchi tedeschi, e i pochi re italiani del X secolo; e Franchi venivano dai Bizantini chiamati gli Occidentali di fede cattolica. Tutti questi Franchi di Francia, Germania e Italia combatteranno tra loro dalla morte di Carlo all’ultimo grande massacro, quello terminato nel 1945; e tutti per la supremazia sui Franchi delle due sponde del Reno; quindi sull’Europa. Altri di loro, i Franconormanni, saranno re d’Inghilterra e di Sicilia, e di Gerusalemme e Cipro, poi per sessant’anni anche di Costantinopoli. Rami degli Angiò di Napoli regneranno su Boemia e Ungheria.

 Certo gli innumerevoli feudatari tedeschi divenuti di fatto sovrani nel 1648, non avrebbero molto gradito di essere considerati francesi; però, risalendo per li rami, lo erano. Ciò non impedì le guerre, anzi le incoraggiò.

 Di tanto in tanto, però, le due rive del Reno tentarono qualche unificazione: gli imperatori, dal 962 sempre e solo tedeschi, continuarono a rivendicare la loro autorità su tutti i cristiani, sebbene senza esito; i re di Francia si considerarono indipendenti e assoluti, però ancora nel 1519 Francesco I tentò di pagare i principi elettori per divenire lui l’imperatore; ma quelli presero i soldi francesi ed elessero il tedesco Carlo V.

 Napoleone I sembrò aver ricostituito, ed esteso, l’Impero di Carlo Magno, portando i confini della Francia nel cuore della Germania e in quello dell’Italia; e circondandosi di Stati vassalli: Confederazione del Reno, Confederazione Elvetica, Regno d’Italia, Regno di Napoli, Regno di Spagna… Ah, troppo breve stagione; e nel 1813 i Tedeschi annientarono Napoleone a Lipsia in nome non dell’Impero, ma della Nazione germanica. Nel 1918 la Francia tentò l’egemonia sui nuovi e artificiosi Stati di Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Iugoslavia; maldestramente, e con il solo risultato di ricominciare la guerra nel 1939.

 Oggi il presidente della Francia, Macron, e il cancelliere germanico, Frau Merkel, s’incontrano per dirigere l’Europa: l’Europa carolingia di Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo…

 E l’Italia? L’Italia sta a guardare, anzi finge di essere d’accordo come se avessero invitato anche Gentiloni, che invece non se lo fila nessuno. Altri tempi, quando…

 Tranquilli, non mi serve evocare Mussolini; mi basta Craxi. Nel 1987, di fronte a un atteggiamento di tracotanza di USA, G. Bretagna, Francia, Germania, Craxi provocatoriamente disertò il vertice, e dichiarò che l’Italia non avrebbe accettato alcuna decisione presa senza il suo consenso. Ottenne così di entrare nel G7. Mille cose non condivido di Craxi, ma allora – come a Sigonella – fu un grande.

 Al posto di Gentiloni, io avrei già riunito un vertice dei Paesi mediterranei per prendere una qualsiasi decisione atta a dare fastidio a Macron e Merkel; una qualsiasi. Ma ve l’immaginate, Gentiloni?

 Nell’Europa carolingia, l’Italia è sempre stata periferia dai tempi di Pipino e Carlo Magno, interessante solo perché sede del papa. Nel 2017, è lo stesso. L’Europa chiede soldi all’Italia e non mantiene fede ai patti sulla suddivisione dei “migranti”; e la Francia sbarra fisicamente la frontiera di Ventimiglia. L’Italia paga, “accoglie” e tace.

Ulderico Nisticò


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