Europa non federale, e ancora su Ventotene


 Rapidissima lezione di diritto istituzionale. Ci furono nei secoli Stati in unione personale di vario grado (le Spagne, l’Austria-Ungheria…); ci sono unioni personali federate (Gran Bretagna); o Stati unitari (la Francia, inventrice della Nation une et indivisible; l’Italia, almeno per ora… ); o Stati federali (Stati Uniti d’America, Germania… ); o Stati confederali (Svizzera); e qualche caso particolare come l’oggi divenuta celebre Groenlandia nei confronti della Danimarca; o la cessata Cecoslovacchia del 1992, in cui Cechia e Slovacchia si sono di corsa separate… Attenti: ciò non ha nulla a che vedere con gli assetti istituzionali interni, e vale per repubbliche e monarchie, democrazie e dittature (ex URSS), e può comprendere anche delle autonomie amministrative…

Detto ciò, domanda: in quale degli assetti sopra elencati potete riconoscere l’Unione Europea? Risposta facilissima: in nessuno. Essa non è in unione personale, non è confederale, non è federale, e meno che meno è unitaria. Consta di accordi (spesso precari!) tra i 27 Stati, che effettualmente designano una commissione, poi formalmente confermata da un parlamento che di fatto rappresenta i partiti dei singoli Stati, comunque non ha granché di poteri; e poteri ne hanno, e tanti, delle burocrazie di dubbia origine: quelle dei tappi delle bottiglie, per capirci.

Esempio importantissimo: le compagini di cui sopra – unioni personali, Stati unitari o federali o confederali – hanno tutte una, e una sola politica estera e militare. L’Europa è un milione di anni luce lontana da ciò: triste esempio, il 2011, quando la Francia di Sarkozy, con il Nobel pace Obama, fecero massacrante guerra alla Libia, scaricando le conseguenze addosso all’Italia; e l’Europa (dis)Unita non sussurrò manco una parola.

Altro esempio: da anni c’è una spedizione internazionale in Libano, con determinante presenza italiana; ebbene, non è in nessunissimo modo un’attività dell’EU, bensì avviene con la forma di una missione ONU.

Più evidente l’incapacità dell’EU di dire qualcosa per la pace in Terra Santa e sul Don.

Ora mi fate sapere, di grazia, se si è realizzata, dal 1957, la previsione del manifesto di Ventotene di “Europa federale”, con abolizione degli Stati nazionali? Risposta, un rotondissimo no. E, nel 2025, non s’intravede la più remota possibilità che avvenga qualcosa del genere.

A proposito di abolizione, Ventotene propugna l’abolizione del Concordato con la Chiesa. E invece i Patti Lateranensi (che comprendono Trattato e Concordato), firmati nel 1929 (documentatevi su come andò!), trovano meravigliosa accoglienza nell’articolo 7 dei PRINCIPI FONDAMENTALI (fondamentali!) della costituzione del 1948: insomma, l’articolo 7 venne scritto senza minimamente tenere conto di Ventotene 1941. Se la cosa può consolare alcuni amici miei, anche nel 1929 ci furono degli oppositori, e mica qualsiasi: si oppose, e votò contro in senato, niente di meno che Giovanni Gentile! Ma il firmatario dei Patti (informatevi chi fu) figuratevi se dava retta ai filosofi, di fronte a un tale successo di portata storica secolare!

Anche la proprietà privata, che Ventotene voleva abolire o ridurre, esiste tuttora, grazie a Dio. E nemmeno è stata fatta quella rivoluzione con dittatura, di cui in Ventotene si legge.

Ragazzi, la storia umana è zeppa di documenti utopistici, alcuni dei quali anche capolavori di letteratura come la Repubblica di Platone e la Città del Sole del Campanella; si leggono a volte con piacere (non Ventotene, la cui lettura è accademica e pesantuccia), ma non si realizzarono mai; e se si fossero realizzati, avrebbero causato disastri cosmici.

Ulderico Nisticò