Europa senza sedie


 Vi ricordate quando Ursula andò da Erdogan e il turco la lasciò in piedi? Dissi e ripeto che qualsiasi vecchietta calabrese analfabeta avrebbe girato le terga, gridando “Su tamarruni!”; e invece la baronessa presidente della Commissione europea andò, micia micia, a cercarsi un angolo di divano.

Ieri 26 aprile, Trump, il quale, da uomo d’affari, sa che “time is businnes”, il tempo è denaro, ha trovato un momento per intendersi con la Meloni, e un quarto d’ora per trattare con Zelensky: e nella solenne e sacra cornice di San Pietro.

Pare che per pochi secondi si siano avvicinati Macron e l’inglese Starmen, però entrambi in piedi e via. Sono rimasti seduti, con due sole sedie, Trump e Zelensky. Qualcuno (chi?) aveva fatto avvicinare una sedia terza, forse a favore di Macron; ma Trump con un gesto secco l’ha fatta togliere. Sono immagini che abbiamo visto tutti in tv.

Non so se il colloquio di San Pietro porterà alla pace, e credo di sì; comunque, la pace o la guerra, e qualsiasi altra soluzione, si faranno senza l’Europa (dis)Unita. Agli occhi di Trump, l’EU non conta molto; e non contano niente le persone di Macron e Ursula. E figuratevi i burocrati delle ricottine e dei tappi attaccati alle bottiglie!

L’Europa, se deve sopravvivere (se!), va radicalmente ripensata. Non è un ente statale, non è una federazione, non è nemmeno una confederazione, anzi manco un alleanza; è, appunto, una burocrazia non si sa da chi nominata e agli occhi di chi sia responsabile. Non ha una politica estera, e perciò è senza peso mondiale.

Non ha un mito, un’idea, un’ideologia, un progetto; nemmeno una moneta unica, perché l’euro è un accordo tra alcuni e non tra tutti.

Attenti: un mito non significa un’utopia di sparuti intellettuali vagamente giacobini; è un modello culturale capace di trascinare e commuovere e travolgere le coscienze; è la storia dei millenni con le sue glorie e le sue contraddizioni; e il sentirsi comunità. Non c’è nulla di tutto questo, nell’attuale Europa senza sedie.

Ulderico Nisticò