Nelle ultime settimane, la pubblicazione del libro Mi svelo ha riportato alla luce una vicenda dolorosa che coinvolge la comunità di Polistena, in Calabria. L’autrice, Siria Scarfò, ex suora calabrese oggi 43enne, racconta nel volume gli abusi sessuali e psicologici che avrebbe subito durante l’adolescenza da parte di un sacerdote della diocesi di Oppido-Palmi, all’epoca parroco in una chiesa di Polistena. Il sacerdote, oggi ottantenne, non ricopre più incarichi pastorali.
Nel libro, Scarfò descrive come, a partire dai 12 anni, avrebbe subito per cinque anni violenze sessuali e manipolazioni psicologiche da parte del sacerdote, che l’avrebbe costretta al silenzio con minacce e sensi di colpa. La sua testimonianza si aggiunge a quella di un altro laico, che ha denunciato episodi simili avvenuti nello stesso periodo e contesto.
La diocesi di Oppido-Palmi, guidata dal vescovo monsignor Giuseppe Alberti, ha espresso profondo turbamento per le accuse emerse. In una nota ufficiale, il vescovo ha dichiarato: “Fatti che, se verranno accertati come veri, ci sconvolgono e che condanniamo senza timore alcuno”. Ha inoltre auspicato che le presunte vittime presentino denuncia alle autorità competenti, affinché la verità possa emergere pienamente, nonostante il tempo trascorso.
La diocesi ha annunciato l’avvio di un percorso formativo per la tutela dei minori e dei soggetti fragili, comprendente attività di prevenzione, vigilanza e accompagnamento per coloro che svolgono ruoli educativi all’interno delle comunità parrocchiali. Il vescovo Alberti ha ribadito che solo attraverso una cultura del rispetto e un’applicazione rigorosa delle linee guida della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) si potrà garantire un ambiente sicuro per tutti.
La pubblicazione di Mi svelo ha suscitato un ampio dibattito sull’importanza di ascoltare e sostenere le vittime di abusi all’interno delle istituzioni religiose. Scarfò ha dichiarato di aver scritto il libro per dare voce a chi ha vissuto esperienze simili e per incoraggiare altre vittime a rompere il silenzio. La sua testimonianza rappresenta un passo significativo verso la consapevolezza e la prevenzione degli abusi, nonché un invito alla Chiesa e alla società a vigilare affinché tali episodi non si ripetano.