Giovanni Brusca, alias Verru, alias Scannacristiani, è libero. Di fronte al mucchio di leggi e leggine e sentenze e articoli di giornale che vagano per l’Italia, non dubito che una legge ci sia che renda legale tale liberazione, e francamente non è me ne curo.
Può fare però una cosa pulita, nella sua vita di pluriassassino e stragista, Brusca. Può indire una conferenza stampa italiana e mondiale, e cantare, ovvero “traggediare”, e rivelare la verità.
La verità completa, quella sui rapporti tra la mafia e la zona grigia, cioè gli incensurati e onesti e santi e onnipresenti a ogni manifestazione antimafia segue cena; e, ovviamente, i politici, sia quelli defunti (i più) sia quelli ancora vivi.
Cosa potrebbe raccontarci, Brusca? Parecchio, parecchio. Brusca non è stato un sicario da due soldi, di quelli che magari dopo il delitto li colano nel cemento… Brusca sa, e può rivelare:
1. Perché la mafia, dopo il lungo periodo di pace con lo Stato dal 1943, sbarco angloamericano in Sicilia, ha iniziato una guerra?
2. Perché lo Stato (participio passato del verbo essere!) cambiò idea verso il 1990, dopo la pace che durava dal 1943?
3. Perché vennero uccisi, e in quel modo così spettacolare da non poter essere che simbolico, Falcone e Borsellino?
4. Chi ha sottratto l’agenda rossa di Borsellino? Chi l’ha letta, e ora dov’è?
5. Come si spiega l’inspiegabile vicenda di Della Chiesa?
6. Eccetera.
Vuoti il sacco, Brusca, e tutto in un colpo solo. Ah, un’accortezza: lo faccia all’improvviso, di sorpresa. Non si sa mai, può capitargli un incidente stradale… una malattia fulminante…
La sua personale sorte mi turberebbe pochissimo anzi niente; mi spiacerebbe assai che il colpo apoplettico o il tumore o il covid o lo scoppio della gomma… una morte qualsiasi lo beccasse prima che abbia parlato.
Faccia almeno una cosa pulita, Brusca.
Ulderico Nisticò