Giorgia Meloni, nella veste di presidente del Consiglio, ha detto che il fascismo negò i valori democratici. È una ovvia verità, anzi posso aggiungere nel mio piccolo, che il fascismo è intrinsecamente e concettualmente antidemocratico giacché non crede all’uguaglianza delle persone e dei valori, bensì alla comunità organica e gerarchica “diversamente per diversi uffici”, come disse non uno squadrista ma Dante Alighieri.
Fatta questa premessa filosofica, ripeto che la Meloni ha detto una cosa esatta; solo che, come l’ha detta, può suscitare qualche confusione, e far pensare che prima del fascismo l’Italia, e l’Europa, e il Mondo fossero un Paese dei balocchi su cui piombò, come disse Croce, “l’invasione degli Hyksos” fascisti e barbari. Ebbene, non era minimamente così. Cerchiamo di essere brevi; e voi badate alle date:
– GUERRE. Il Mondo era uscito da poco dalla Prima guerra mondiale (1914-8), con milioni di combattenti morti. La guerra non era stata combattuta da cannibali, bensì da Austria-Ungheria, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Turchia, USA… eccetera. Ed era solo una delle infinite guerre da quella di Troia in poi, che occupano almeno il 49% della poesia; l’altro 49%, gli amori sbagliati. Guerre scatenate da ogni genere di regimi, dalle monarchie assolute alle democrazie sfrenate come l’Atene del V secolo; agli USA, nella cui storia solo Trump non ha mai iniziato una guerra. L’Italia unita… ripassate la storia; e del resto l’Italia si unì con atti di guerra, e poi di guerriglia e controguerriglia. La sola Nazione a non far guerra era la Svizzere, che però mandava a pagamento i suoi soldati per le guerre altrui.
– COLONIE. La Gran Bretagna, contando anche i Dominion, possedeva un quarto dell’intero Pianeta. La Francia, mezza Africa e l’Indocina eccetera. Belgio e Olanda avevano possedimenti rispettivamente 70 volte ciascuno il piccolo territorio. A proposito: Somalia, Eritrea e Libia erano colonie italiane dagli anni 1890-96, e 1911: attenti alle date.
– DEMOCRAZIA. Parola grossa, la democrazia. In Gran Bretagna fino agli anni 1840 i cattolici non avevano diritto di voto. In Svizzera le donne votano dal 1970: attenti alle date. La prima Camera dell’Italia unita venne eletta da 400.000 maschi ricchi, metà dei quali, obbedendo al papa, non votarono. Ci vuole il 1913 per avere, in Italia, il suffragio maschile, e con limitazioni. Niente donne fino al 1946.
– RAZZISMO. In USA fino agli anni 1970-80 i neri non potevano salire sugli autobus dei bianchi. Vi basta, o vado avanti?
– PARTITI POLITICI. Il primo partito italiano in senso moderno è il Socialismo, del 1892 Nel 1919 il socialismo aveva vinto le elezioni, rilevandosi però incapace di far pesare il successo; seguirono lacerazioni interne e diverse scissioni: nel 1921 il Partito Comunista d’Italia; nel 1922 il Partito Socialista Unitario di Matteotti… Don Sturzo fondò un partito cattolico, subito però condannato dalla Chiesa, che, fino al 1929 (attenti alle date), non riconosceva nemmeno l’esistenza di uno Stato italiano. I liberali, al potere dal 1848 in Sardegna e poi in Italia, non erano un partito ma una struttura elettorale che vinceva le elezioni con i prefetti. Un po’ difficile individuare della democrazia in tutto questo.
– GOVERNI. Tra il 1918 e il 22 se ne videro quattro o cinque, tutti balneari e palesemente incapaci di fare qualsiasi cosa, compreso impedire ai fascisti e socialcomunisti di scontrarsi nelle piazze.
– POLITICA ESTERA DELL’ITALIA. Vincitrice sul campo, l’Italia ottenne poco più di quanto l’Austria era disposta a cedere per evitare la guerra: vittoria mutilata. I governi liberali si mostrarono proni e succubi al duo Francia-USA nell’organizzazione della nuova Europa. Ve ne racconto una sola: sulla questione di Fiume, il presidente del Consiglio Orlando si mise a piangere, letteralmente a piangere; e Clemenceau, evidentemente prostatico, commentò così: “Si je puisse pisser comme il pleure… ”; scusate il francesismo. Per avere Fiume e Rodi e il Somaliland ci vorrà il 1924: attenti alle date.
– ORDINE PUBBLICO. Senza dire di altri disastri, la Sicilia era in mano alla mafia, finché non arrivò il prefetto Mori con i pieni poteri. Per il ritorno della mafia, chiedete a Lucy Luciano e agli USA, e ad altri di cui mi sfugge il nome.
– RIFORME. L’Italia era rimasta al 1861 con pochi ritocchi. Nel 1920 Giolitti aveva incaricato Croce di riformare la scuola; il risultato fu nullo. La riforma Gentile del 1923 è tuttora in vigore con aggiornamento di Bottai nel 1939: attenti alle date. Eccetera con riforme sociali tipo pensioni, invalidità, otto ore lavorative, maternità…
– TERRITORIO E STRUTTURE. A parte fare ferrovie e strade, porti e aeroporti, l’Italia era aduggiata da vastissime paludi fino alle porte di Roma: alla faccia dell’ecologia. Informatevi.
– PACE RELIGIOSA. La Chiesa e lo Stato non si riconoscevano a vicenda fino al 1929, Patti Lateranensi con Trattato e Concordato. Preciso però che mai al mondo sarebbe venuto a mente a qualcuno di mettere i Patti nei principi fondamentali della carta del 1948, articolo 7. Patti significano solo patti, senza reciproche prevaricazioni. Quanto alla democrazia, la Chiesa del 1929 era lontanissima da un tale concetto.
– ECCETERA.
Aggiungo una cosa che solo in apparenza non c’entra. Il fascismo abolì i partiti, che erano quelli descritti di sopra; dopo qualche anno abolì se stesso, e il Partito Nazionale Fascista smise di essere un ente politico e divenne un efficientissimo ma apolitico istituto di assistenza, organizzazione ed educazione anche fisica; e con rara elaborazione di critiche ed idee: ogni tanto, un poco di misurata democrazia ci voleva. Furono gli effetti negativi del mussolinismo, che il regime pagò nel 1943. Ne riparleremo, se volete, un’altra volta.
Ulderico Nisticò