Ferragina in cima al podio d’Aspromonte


L’albo d’oro di una manifestazione reca i nomi che nella stessa si sono distinti e assolve il compito di tramandare tutto agli anni a venire. Quello della Santo Stefano-Gambarie d’Aspromonte abbina al 2018, così come per il 2016, il nome di Francesco Ferragina, il pilota di Catanzaro designato all’occorrenza dalla casa costruttrice Elia per la presentazione al grande pubblico della nuova nata, la Evo18.

Stante l’esiguo numero di partecipanti, un’edizione decisamente sottotono quella della corsa reggina che ha certamente ripagato solo in parte l’enorme impegno organizzativo profuso dall’Automobile Club di Reggio Calabria che unitamente all’ASD Piloti per Passione sperava in questa come l’edizione della rinascita di una corsa che al pari della Ponte Corace-Tiriolo e della Coppa Sila ha portato la regione agli onori della migliore cronaca sportiva nazionale. Nei fatti, quella tanto attesa ripresa di vitalità non c’è stata e l’edizione appena data agli archivi verrà ricordata dagli addetti ai lavori come insolita e per taluni versi solo di transizione. Un elenco iscritti più degno di uno slalom che di una gara in salita, quasi ridicolo, quello dei giorni nostri se posto al cospetto di quello degli anni migliori della manifestazione quando i tornanti a monte dello stretto venivano percorsi da specialisti della disciplina del calibro di Mauro Nesti e dei suoi diretti avversari che ha intaccato però solo in parte il fascino di una corsa comunque sempre bella quanto assai impegnativa. Il riscontro di pubblico e quello mediatico in compenso non sono mancati, giustificati dal tanto atteso debutto della Elia Evo 18 che ha vinto e convinto nelle mani di un driver che della meccanica e delle corse automobilistiche ha fatto negli anni una vera e propria questione di vita. Verrà ricordata per le positività e le negatività la Cronoscalata d’Aspromonte di quest’anno ma pure per le rivelazioni, le conferme ed i ritorni.

Delle rivelazioni, la più importante non v’è dubbio sia stata la nuova barchetta nata nelle Officine catanzaresi di Simeri Crichi che a distanza di poco più di dieci anni dal debutto della sua progenitrice ha dimostrato sul massiccio più meridionale della Calabria di essere nata per correre, vincere ed impaurire non solo negli slalom ma pure nelle gare in salita. Delle conferme fanno parte la capacità organizzativa di quanti, malgrado tutto hanno davvero a cuore una classica senza tempo, la tecnicità di un percorso immerso in un territorio aspro e selvaggio di rara bellezza ed un cavallo di razza rispondente al nome di Francesco Ferragina pronto a raccogliere a braccia aperte, seppur con la modestia che lo ha sempre contraddistinto, le onorificenze conferitegli risultanti il frutto migliore di un lungo ed estenuante lavoro e di una smisurata passione.

Nelle competizioni, come nella vita costanza e impegno valgono sempre più di tante parole. I ritorni parlano di un uomo, Bruno Crucitti, ricordato dai più per le indimenticabili performances degli anni ’90 a bordo di una straordinaria e vincente Alfa 33 rossa, presentatosi dopo lungo fermo alla partenza di domenica con una Peugeot 106 curata dal preparatore Di Stefano.

Una Santo Stefano-Gambarie, quella conclusasi, non solo delle deficienze ma pure delle eccellenze.

Talvolta, a rendere importante una corsa, bastano storia e ricordi capaci di relegare in secondo piano pure numeri e titolarità risultanti alla luce dei fatti, mera utopia.

Massimiliano Giorla


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