Fondi europei e briganti socialdemocratici…


…e Borbone tipo re di Svezia. I meridionaldomenicali vivono in un mondo del tutto immaginario, nettamente distinto tra ante e post 1860.

 Prima del 1860, il Meridione, si legge nelle loro poesie, era un paese idilliaco, ricchissimo, felicissimo, e democratico. Dopo, e nel volgere di pochi mesi, avvenne un genocidio, seguito da smontaggio di industrie, rimontate di notte a Torino, dove prima, invece, morivano tutti di fame.

 Prima del 1860, i re erano tanto buoni che, quando arrivò Garibaldi, gli consegnarono Napoli senza colpo ferire; e per i meridionaldomenicali, questo è un merito, tanto da santificare il fuggiasco. Eh, il vecchio Catechismo, che insegnava “i doveri del proprio stato”: un medico deve fare il medico, un professore deve fare il professore, un re deve fare il re, quindi difendere il Regno o morire in battaglia! Ma i meridionaldomenicali non sanno questo come non sanno infinite altre cose; e, peggio, pensano di saperle per aver letto… e, come insegna san Tommaso d’Aquino, “evita chi ha letto un libro solo”.

 I briganti, per loro, eroicamente combattevano sì, ma per ottenere un posto fisso e la pensione: mito di ogni meridionale! Le brigantesse agognavano a un impiego di bidella, passando però per una sanguinosa guerra nei boschi, invece di fare pacifica domanda al sindaco. Insomma, deliri. Ho provato a chiedere a persone istruite chi fosse Napoleone III: risposta, zero! Odiano a morte Garibaldi e Cavour, però ne ignorano l’anagrafe, le date, e figuratevi la politica.

 Perché perdo tempo con loro? Perché la follia dilaga, e ci sono scuole che invitano come relatori… beh, per carità umana non faccio nomi… quelli che ai convegni seri usavamo come figuranti in costume da soldati, a condizione di non aprire bocca manco per la cena. A scuola, e i ragazzi ne escono fuorviati.

 Non che non ci sia da ridire, sui fatti dal 1848 al 1870, e io lo potrei fare, e, in sedi serie, l’ho fatto; ma non ne possono parlare quelli che manco sanno la benché minima sequenza degli avvenimenti; e se dite loro “Magenta”, i più istruiti pensano sia un colore; e Marsala, un vino.

 Vanno perciò adeguatamente ridicolizzati, quelli che scoprono massacri e ricchezze che mai furono; e che, archiviati i massacri, sperano in ricchezze che mai saranno.

 Come le sperano? Sognando che i tre miliardi europei per la Calabria vengano calati da Bruxelles gratis, senza progetti, senza fatica, senza impegno… Qualcuno, con vaghe reminiscenze liceali, vorrebbe i soldi perché qui ci fu (26 secoli fa!) Pitagora; qualcun altro, violentando la geografia, perché Melito è Capo Sud da milioni di turisti come Capo Nord; qualcun altro perché un teschio di trova a Torino… sconoscendo che a rivendicarlo sono, a oggi, in tre di tre diversi luoghi della Calabria, tre per un teschio solo. Hanno fatto ricorso in tribunale, che li ha mandati a frasche.

 Proposte, idee per spendere i tre miliardi? Nessuna. Essi pensano sul serio che i tre miliardi saranno divisi un tot a testa per le vacanze estive dei Calabresi. Non è così, e se non li spendiamo finiranno a Praga, Stoccolma, Milano, Barcellona…

 Ecco perché io dedico parte del mio tempo a redarguire i sognatori di briganti buonisti e di re democratici; e di felicità infantili.

 E di nemici immaginari. E già il calabrotto medio ha sempre un nemico con cui se la debba prendere: se il bambino (in Calabria i bambini hanno 17 anni quando non 34!) va male a scuola, per la mamma la colpa è di papà, per il papà è colpa della mamma, per mamma e papà è colpa del professore, per il professore è colpa del preside, per il preside è colpa del provveditore, per il provveditore è colpa del ministro, per il ministro di oggi è colpa del ministro di ieri… insomma, di tutti tranne che del bambino, che è tanto bravo, e studia; e se qualche volta si distrae, la colpa è dei compagni di classe discoli, e delle loro mamme.

 Li vogliamo spendere, i tre miliardi di fondi europei, o li mandiamo a Madrid, Zagabria, Cuneo, Lione? Dove li spenderanno subito, senza dar loro in tempo di raffreddarsi. E quando li perderemo, i meridionaldomenicali diranno che la colpa è di Costantino Nigra. Ahahahahahah.

Ulderico Nisticò