Status quaestionis: Occhiuto ha stravinto come coalizione, e ha vinto anche all’interno della coalizione di centrodestra. Coalizione che, in Calabria, è propriamente di centrodestra, a non di destracentro come al governo nazionale Meloni.
I numeri sono numeri, nell’attuale sistema elettorale. Sarebbe il caso di cambiarlo, ma in seguito. Per ora, Occhiuto può nominare sette assessori, in attesa di modifiche statutarie per arrivare a nove.
Deve tenere conto dei voti, e questo, sempre nell’attuale sistema, è logico; voglio dire, sia dei voti dei partiti sia delle preferenze dei singoli.
Quello che non capisco, è cosa c’entrano la geografia e le quote rosa. Cominciamo da queste: lungi da me avere qualcosa contro le signore e la loro presenza in politica; e se si formasse una Giunta tutta di donne valide, ne sarei lietissimo. Donne ma valide.
Donne e basta, purché donne, questa faccenda ideologica da femminismo di cinquant’anni fa deve finire. E anche le candidature: se io avessi voluto votare per due donne, mi avrebbe annullato la scheda o qualcosa di simile.
Veniamo alla geografia. La Giunta non è il Consiglio. Il Consiglio deve rappresentare i territori, la Giunta deve amministrare l’intera Calabria. Se la Calabria è divisa male, provvediamo. Ai tempi di Filippo II (1556-98), c’erano due Province: Citra e Ultra (il Neto); nel 1816, Ferdinando I delle due Sicilie ne istituì tre; poi s’inventarono le due piccole (e omissis!) Province di Vibo e Crotone, questa senza toccare un centimetro quadrato di Cosenza. Per la geografia che tanto amate, sappiate che con sei volte Cosenza si fa l’intero Belgio.
Bisogna ripensare le circoscrizioni. Vi ripeto (Tridico mi ha scopiazzato malamente, e se l’è pure scordato quasi subito) che io miro alla Regione Ausonia unica con Molise Basilicata Puglia Campania Calabria; però servono anche suddivisioni esecutive più logiche delle attuali.
Esempio, qualcuno sta risvegliando l’identità di Salerno rispetto a Napoli… torneremo su questo argomento. In Calabria, io non capisco il criterio della geografia, che non ha alcun senso.
Detto questo, aspetto i nomi, con speciale riguardo all’assessore alla Cultura, se sarà uno buono, o il solito intellettualone soprammobile o una bambola Furga.
La Calabria ha urgenza di un ripensamento culturale della sua identità, prima di interventi spiccioli; e senza finanziamenti a pioggia per il Premio Frittola e la cittadinanza onoraria di Belforte. Ci vuole uno che conosca la Calabria e ne organizzi le attività culturali: uomo o donna che sia, e che venga da un paese qualsiasi.
Ulderico Nisticò