Fra tre mesi e rotti, Spirlì


Si vota l’11 aprile; tra una cosa e l’altra, avremo una nuova Regione verso il 18, e gli assessori a maggio… poi, tutti al mare.

Il paradosso è che il centro(destra), cui appartiene Spirlì, si oppone, perché più tempo passa peggio è per Fi, FdI e rimasugli della Lega; e può sempre succedere qualcosa all’interno della precaria coalizione; può cadere il governo nazionale e magari Berlusconi diventa “responsabile”… insomma, il cdx la pensa così: cosa fatta, capo ha; e, per dirla con un sapido proverbio calabrese, “i cosi longhi diventanu serpi”. E invece gli tocca il rinvio.

Il rinvio, però, rende felice il PD, che è alla disperazione di persone e idee; e che magari pensa sul serio che de Magistris arrivi a rimettere insieme i cocci di una sinistra frantumata e rissosa. Perché un calabrese dovrebbe votare de Magistris, è uguale a perché altri dovrebbe votare Sgarbi. O la D’Urso, no?

Mentre i brandelli di partiti si dimenano, la Regione resta a Spirlì. Questi, messo vicepresidente giusto per far vedere che la Lega, nonostante Invernizzi e soci, esisteva; per le tristi circostanze assurto a una funzione ritenuta provvisoria, pochi giorni, invece governerà almeno fino a maggio.

Per ora, se la sta cavando, Spirlì. Come mai? Ma perché ha dichiarato che non si ricandida, quindi, implicitamente, che se ne frega dei capricci degli elettori, anzi a loro non pensa nemmeno; non solo, ma nemmeno può essere sfiduciato, giacché non è presidente. Insomma, è in una botte di ferro.

La storia è zeppa di persone arrivate per caso sul trono. Cito solo Giorgio, che, per incapacità del padre Giorgio III, divenne, ed è noto come principe reggente, e solo da vecchio divenne Giorgio IV re. Nel frattempo la Gran Bretagna, sotto di lui, affrontò e vinse Napoleone; e i maschi di tutto il mondo furono e sono costretti a portare, per causa di Giorgio e di Brummel, la cravatta. Curiosa cosa, la storia, ad onta di quelli che vi cercano per forza un senso.

Il nostro reggente… beh, con i nomi che girano, ce lo possiamo tenere. E siccome ha i poteri di fatto, con o senza legge, li eserciti.
S’impunti sulla sanità, e la faccia funzionare.
Pretenda che i passacarte della Regione lavorino; e spendano i fondi europei e nazionali fino all’ultimo bottone.

Prenda, una stramaledettissima volta buona, qualche iniziativa culturale, di cui la Calabria è molto scarsa. Mica solo per recente colpa sua: la Regione, ha colpa dal 1970; i Calabresi, da quando a scuola hanno insegnato loro che la cultura è solo lacrime fasulle, segue cena.
Varie ed eventuali. Se ne possono fare di cose, in tre mesi.

Ulderico Nisticò