Fuori concorso al MGFF il film di Vittorio Sindoni “Abbraccialo per me” sul disagio mentale


abbraccialo_per_me_stefania_rocca_vittorio_sindoni_moise_curia_giulia_bertini (1)Fuori concorso al Magna Graecia Film Festival, sarà proiettato lunedì 25 luglio, nell’arena del piazzale del porto, un’opera dai profondi risvolti sociali e culturali per un evento fortemente voluto dal direttore artistico Gianvito Casadonte.

Vittorio Sindoni, esperto regista conosciuto per aver realizzato alcuni lavori negli anni ’70 e, soprattutto, per aver collaborato a diverse produzioni Rai degli ultimi anni, presenterà il suo ultimo film “Abbraccialo per me” con protagonisti Stefania Rocca e Moisé Curia, quest’ultimo altro atteso ospite della serata, famoso soprattutto per il ruolo interpretato in “Braccialetti Rossi” e fresco vincitore del Premio Gugliemo Biraghi ai Nastri d’Argento 2016 come miglior attore giovane.

Il film, girato a Marino e in Sicilia, ha ottenuto il patrocinio del Garante dell’Infanzia e il timbro di “interesse culturale” dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibac) e racconta la storia di un ragazzino come tanti, vivace, allegro, con la passione della musica (della batteria, in particolare) e dallo stretto rapporto con sua madre Caterina. Le prime “stranezze” di Ciccio, per vicini di casa, compagni di scuola e insegnanti sono sintomi di “diversità” che ciascuno affronta come può: a volte con comprensione e a volte con cattiveria esattamente come succede nella realtà. Per Caterina, “Ciccio” e solo un figlio amatissimo senza aggettivi che lei difende come una leonessa dalle cattiverie di chiunque. Questo legame indissolubile tra madre e figlio finisce però per minare il rapporto tra Caterina e suo marito, Pietro, che non ne accetta l’esclusività e che, forse, non vuole vedere la malattia mentale che si è insinuata in Francesco.
Sarà una proiezione speciale ed emozionante, oltre che ricca di spunti di riflessione, quella in programma al Magna Graecia Film Festival in compagnia del regista Vittorio Sindoni che ha dedicato il film “a tutte le persone che soffrono di disabilità intellettiva e alle loro famiglie che, accanto a loro, subiscono falso pietismo o indifferenza, in attesa di cure e strutture che diano loro la speranza di una vita migliore”.


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