Fuori il nome dell’autore!


 Voglio sapere nome e cognome di chi ha scritto le castronerie che potete vedere in primo piano. Non so da dove cominciare, ma una bestialità merita sicuramente il massimo dei voti più di sotto zero (quindi, -274): Il tesoro di Talarico. Sì, proprio di Talarico, re dei Goti morto a Cosenza nel 410, e di cui molti sognano di trovare tonnellate d’oro. Ahahahah! Non so se c’è del denaro, ma so che la Felice Memoria si chiamava Alarico e non Talarico. In ginocchio con i ceci sotto, l’autore.

 Ah, volete vedere che l’autore ha confuso Giosafatte Talarico, un celebre brigante del XIX secolo, con il goto re? Ahahahahahahahahahahahahahah.

 Mi rendo conto che “Bos primigenius” per l’autore era troppo difficile, ma Bue fa ridere.

 Restando sempre in materia di bestie, il cavallo di Troia aveva le rotelle, e giunse in Calabria via Balcani e lido Adriatico? Già, da Trieste era discesa: è facile. A proposito, Epeo, l’unico magnogreco citato, fondò Lagaria che non si sa dov’era, ma non in Calabria: e Is, Evante, Miscello eccetera? Il ligneo equino lo costruì lui, ma non se lo portò dietro per souvenir di Ilio! NOTA: Ilio è sinonimo di Troia, meglio dare una mano alle scarse conoscenze di cultura classica.

 E chi era Giovan Battista Palatino, mai sentito nominare, e che occupa enorme spazio, in assenza di tutti i Magnogreci, e di Cassiodoro, s. Nilo, Simonetta, Sirleto, Telesio, Campanella, Preti, Gravina, Galluppi, Alvaro, eccetera?

 Di Italo, eponimo dell’Italia, niente. NOTA: Per “eponimo”, l’autore si compri un vocabolario.

 Cecilia Faragò, presunta strega, fu sì una poveraccia, ma, a parte questa caratteristica di scarso merito, è l’unica donna citata, e defrauda di gloria ben altre signore, e grandi come Ligeia, Teanò, Nosside, Covella Ruffo, Diana Recco, Lucrezia della Valle… e se volete una brigantessa di valore, Ciccila.

 Ammesso, e non pare sia così dai suoi scritti al proposito, che Erodoto, dopo il 444-3, sia rimasto a Thuri e qualcuno ne indicava la tomba, questa, oggi, dov’è?

 Thuri e Sibari? E Crotone, Reggio, Locri, Scolacio, Caulonia… non pervenute?

 Quale sarebbe la Calabria inesplorata, dopo quattromila e più anni di storia? L’autore ci ha scambiati per l’Amazzonia? E, secondo lui, inesplorato è un merito? E se davvero c’è un buco inesplorato nei nostri appena 15.000 kmq di territorio, siamo dei veri pigroni, i Calabresi! Secondo l’autore, arriveranno turisti armati e vestiti come Vittorio Bottego, e alla ricerca delle arcane sorgenti del Corace e del ricchissimo tesoro di T-Alarico? NOTA: Il Corace inizia Carlopoli, vicino l’Abbazia all’autore ignota; qualmente tutto il resto. Per Talarico, vedi sopra.

 Vrica, che roba è? E Story telling inedito, che vorrebbe dire?

 Ammesso che Scilla sia stata davvero Scilla, Cariddi sarebbe dall’altra parte dello Stretto.

 Giano Lacinio, altro mai sentito, sarà forse Giano Teseo Casopero? O Giano Pelusio? Mistero!

 Luigi Giglio detto Lilio, passi; ma a che serve la ripetizione Calendario Gregoriano, se il detto calcolo fu del Giglio? O ne fecero due?

 E che dire del Tritone Alpino, che, tutto per tutto, è una lucertola?

 Sconosciuto all’autore è l’immenso patrimonio archeologico, museale, religioso, artistico della Calabria…  E meno male che non ci ha sbattuto lo sbarco di Ulisse in alta montagna!

 Ah, ecco: per fare lo spiritoso, scrive le cose in modo che all’eventuale sfortunato lettore debba venire il torcicollo; e siccome i turisti non sono contorsionisti da circo equestre, rinunciano. NOTA: Meglio, molto meglio, per quel che avrebbero da leggere!

 Potrei continuare. Ora voglio sapere chi ha infiorato questa paccottiglia; chi lo ha incaricato; se e quanto lo hanno pagato. E lo voglio subito! Lo sproloquio è firmato Regione Calabria, quindi c’è una responsabilità politica e burocratica; ma voglio il nome del genio che lo ha inventato e redatto.  

Ragazzi, non ci bastava Muccino? Ahahahahahahahahahah!

 Riassunto: uno dei problemi atavici della Calabria è che non esistono gerarchie oggettive; ovvero, le scelte non si compiono sulla base di merito, curriculum, pubblicazioni, criteri, ma o per parentela, o per raccomandazione di qualche associazione più o meno segreta, o perché qualcuno è “un grande uomo di cultura” nella fantasia dei giornalisti locali.

 Per restare nell’attualità di ieri 26, abbiamo vinto faticosamente, e io rendo onore alla granitica Austria. Ora, immaginate che la Calabria debba mettere in campo una “Regionale” di calcio, tutti calciatori calabresi. Ebbene, schiererebbe dieci cugini di politicanti e un attaccante sovrappeso che “da ragazzo lo voleva l’Inter”; quindi, perderemmo subito 666 a zero.

Ulderico Nisticò