G7 fallito, e patti chiari, nemici cari


Gentiloni, memore dei suoi numerosi salti ideologici della quaglia, era andato a Taormina per “mediare”, ed è stato “immediatamente” messo a tacere. Trump, di cui tutto si può dire tranne che sia reticente, gli ha detto che intende innalzare muri. Più esattamente non lo ha nemmeno ascoltato, e che stesse dormendo lo abbiamo visto in tv. Era senza manco traduzione mentre Gentiloni parlava.
Gli altri hanno fatto capire che i migranti se li deve tenere l’Italia. “Mediazione” fallita. Il documento finale ribadisce esplicitamente il diritto degli Stati a difendere i confini, cioè la linea di Trump, ed è perciò esattamente l’opposto di quanto predicato dal nostro amato e venerato presidente Mattarella all’inizio dei lavori, e ripetuto, con qualche variante, da Gentiloni.
Sul clima, tutto rinviato.

Sul terrorismo, un non meglio definito accordo. Meno male che l’Egitto c’è, il quale bombarda l’ISIS senza prima processare i singoli isini fino al terzo grado di giudizio.
Insomma, finalmente un G7 chiaro. E già, chiaro: prima questi vertici si spegnevano con una foto di gruppo e un documento grondante di stucchevole retorica buonista e unitaria; e senza nessun effetto. Questo di Taormina si chiude senza “mediazioni”, e perciò con posizioni chiare. Ora sappiamo chi vuole che e come. E quando c’è chiarezza, da qualche parte si arriva.

Se io fossi Gentiloni (Dio me ne liberi!), ora direi, per esempio, alle navi spagnole di salvare sì i naufraghi, però portarseli in Ispagna; a quelle britanniche, a Gibilterra. Quanto alle tedesche e norvegesi, visto che Norvegia e Germania sono lontane, di non venire affatto. Le navi private, aspettiamo le inchieste della magistratura; e intanto facciamo attraccare solo quelle che abbiano a bordo agenti di polizia italiani. Io, se fossi in lui, farei così. Ecco un bell’esempio di come essere chiari, e perciò rispettati… e sì, meglio un nemico sincero che un falso amico. Se fossi io il Gentiloni, non Gentiloni quello vero! Quello, continuerà a “mediare”, fin quando Renzi lo tiene lassù; medierà da solo, automediazione.

Il G7 è dunque fallito, e con esso la globalizzazione, che si rivela un vantaggio per alcuni a danno di altri, e non, come ci promettono, un vantaggio per tutti. E ciò perché è stata accompagnata da uno scioperato eccesso di ideologia e chiacchiere, che alla fine si è rivoltato contro gli ideologi: come sempre nella storia.
Ora serve una politica italiana e nel Mediterraneo e in Europa e nella NATO, ammesso che qui ci dobbiamo stare. L’Italia deve dire la sua senza il minimo atteggiamento di pavidità e “mediazione” e complesso d’inferiorità, e senza manie mondialiste e cosmopolite: patti chiari, nemici cari.
Questo, insegna il Vico, è un “mondo di Nazioni”, e non di singoli individui senza patria e senza lingua, o, peggio, con una religione senza Dio. E le Nazioni si danno forma di Stati.

Ulderico Nisticò


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *