Gaza, e due popoli due Stati


 La Striscia di Gaza è lunga 41 chilometri, cioè quanto da Soverato a Riace; e larga una media di 10 km., cioè quanto da Soverato a Serra S. B.: in tutto, 360 kmq. Mentre da Soverato a Serra a Riace saremo sì e no 70, 80.000 persone, nella Striscia di Gaza abitano… no, prima della distruzione ne abitavano oltre due milioni.

Oggi, nel febbraio del 2025, il territorio è raso al suolo e un mucchio di macerie. Anche prima del 2023 erano in gran parte abitazioni di fortuna; ma oggi, dell’intera Striscia non resta in piedi quasi nulla. Si calcola che occorrerebbero quindici anni per ricostruire la devastazione, senza contare l’immane problema di come e dove smaltire le montagne di rottami.

Ricostruire, cosa? La reductio in pristinum (riportare la cosa com’era prima) non solo è impossibile; sarebbe un errore gravissimo, rimettere in piedi abitazioni di pessima qualità, e i cui cittadini campavano di soccorsi e non di lavoro e produzione di qualcosa.

Avrebbe un senso non ricostruire, ma demolire e costruire tutt’altro. La proposta di Trump, se la deideologizziamo, ha dalla sua alcune ragioni.

E veniamo a due popoli due Stati. Quando se ne parlava nel 2023, da parte dello Stato d’Israele si pensava a Gaza e Cisgiordania, due entità geograficamente separate; senza scordare le divisioni politiche interne dei Palestinesi.

Uno Stato con Cisgiordania e Gaza è senza senso, e senza alcuna consistenza economica, sociale, politica. Dovremmo aggiungerci i territori che qualcuno chiama occupati, ma in realtà sono annessi allo Stato d’Israele, e abitati da coloni armati. E sarebbero metà dell’attuale Stato d’Israele.

Dove voglio arrivare? Da nessuna parte perché non ho una soluzione. Voglio però far sapere a tutti come realmente stanno le cose. A tutti: USA, Europa, e in Italia la destra di governo.

Ulderico Nisticò