Gerusalemme, e attizzare conflitti: o no?


Premesso che Obama, in otto anni, non ha fatto nulla per la pace in Terra Santa, e che io resto favorevole a gran parte della politica di Trump nel suo Paese, mi dichiaro, a pelle, in disaccordo sulla questione di Gerusalemme.
Per chi non l’avesse chiaro, Trump ha deciso di spostare da Tel Aviv, e portarla a Gerusalemme, l’ambasciata degli USA: così facendo, riconosce che questa città è la capitale dello Stato d’Israele; affermazione finora affacciata solo dallo Stato d’Israele, e da nessun altro Stato al mondo.

Ciò sta scatenando le ovvie e prevedibili ire non solo dei Palestinesi di Terra Santa, ma di tutti i musulmani; e l’opposizione persino dell’Europa. L’Italia, si opporrebbe ma, serva degli USA, non osa!
Lo Stato d’Israele afferma che Gerusalemme è sua capitale da tremila anni. Vediamo se è vero.
La prima volta che la città compare, è quando Abramo, venuto da Ur dei Caldei in Mesopotamia (Iraq), fu ospitato dal re e sacerdote Melchisedech, che venerava il Dio unico, ma non era minimamente ebreo. Siamo verso il 2.000 a.C.

Dobbiamo arrivare a re Davide, attorno al 1.000, perché Gerusalemme appartenga al Regno ebraico; il quale però dura ben poco, e si divide tra Giuda e Israele. Questo viene abbattuto dagli Assiri nel 722 a.C.; mentre Giuda, con Gerusalemme, finì nel 587 per mano dei Babilonesi.
Le tribù superstiti, Giuda e Beniamino, tornarono per beneficio dei Persiani; e, dopo varie vicende sotto Alessandro Magno e i re Seleucidi di Siria, e dopo un periodo di effettiva indipendenza sotto i Maccabei detti Asmonei (161-63 a.C.), finirono sotto Roma per opera di Pompeo. Durante la vita terrena di Cristo, c’è un potere statale, con Erode e i suoi figli, e un potere sacerdotale, il tutto sotto il saldo controllo di un procuratore romano. Nel 70, a seguito di una grande rivolta, Tito, il futuro imperatore, attaccò e distrusse Gerusalemme, ricostruita sotto Adriano con il nome di Aelia Capitolina. Il nome di Gerusalemme, legato ai Vangeli, divenne per i cristiani santo, ma non geografico: ai Concili di Efeso e Nicea e altri di età romana partecipò il vescovo di Aelia Capitolina!

Dopo il 632 d.C., dilagano gli Arabi; verso il X secolo, i Turchi; nel 1099, la Prima Crociata elegge re (advocatus Sancti Sepulcri) Goffredo di Buglione, cui succede il fratello come re di Gerusalemme; ma la città viene riconquistata dal Saladino nel 1187. Sebbene tre casate cristiane si proclamassero sovrane, e il titolo di re di Gerusalemme rimanesse a molti re europei, tra cui sia i Savoia sia i Borbone, Gerusalemme fu turca fino al 1917. Il resto è cronaca recente.
Gerusalemme è dunque non una città ma un luogo santo e sacro agli occhi degli israeliti, dei cristiani e dei maomettani, tutti con le loro distinzioni. I cattolici sono rappresentati dal Custode di Terra Santa, che è un francescano; ma ci sono anche ortodossi di diverse nazionalità, e protestanti di molte sette.

Insomma, è un po’ difficile sostenere che Gerusalemme sia capitale dello Stato d’Israele, anzi sia una cosa qualsiasi sola negli ultimi quattromila anni. Del resto, anche Roma fu “capitale d’Italia”, diciamo così, dai tempi di Cesare al IV secolo dC, tutto il resto restò un sogno.
Ora stiamo a vedere se la mossa di Trump sortirà effetti, e quali. Quello che è certo è quanto segue, che finora, dal 1929 (primi scontri armati tra Ebrei e Arabi), al 1947, al 1967, al 1974 e seguenti, sono clamorosamente falliti tutti i conati di pace, e tutti gli interventi, e tutte le mediazioni di:
ONU: l’unica volta che faceva sul serio con una persona seria fu quando inviò il conte svedese Folke Bernadotte, della Casa reale, che, siccome faceva sul serio, il 17 settembre 1948 venne assassinato da una banda ebraica proprio a Gerusalemme; per tutto il resto, l’ONU è un ente inutile e costoso, da sciogliere

EUROPA: chiacchiere ridicole invocanti una generica pace senza alcuna proposta concreta;
la stessa DIPLOMAZIA VATICANA, solitamente molto accorta e realistica, si lascia ingabbiare dalle manie di “dialogo” con gli israeliti; e sarebbe ora di chiarire che quando a Messa diciamo “Israele”, ciò non ha niente a che spartire con lo Stato d’Israele, anzi nemmeno con tutti gli Ebrei da Salomone incluso in poi;
USA: sempre troppo e acriticamente dalla parte di Israele, tutti i presidenti senza nessuna eccezione, dal 1947 ad Obama;
Anche Trump, dunque, con questa decisione su Gerusalemme? Otterrà qualcosa, o rischia un conflitto? Vorrei aspettare gli esiti, prima di giudicare.

Ulderico Nisticò


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