Gioco illegale, riordino e online: le dicotomie del gambling italiano


C’è una cosa che mette d’accordo gli esperti di gambling e le ultime analisi di mercato su questo settore: la constatazione del fatto che il gambling sia profondamente cambiato. Lo dimostrano le statistiche, i dati, le osservazioni delle associazioni di categoria e delle società operanti nel settore. Il gioco è cambiato. E non poteva essere altrimenti nell’era della pandemia da Covid 19, un virus che ha portato crisi sanitaria ma anche rivoluzione sociale e tecnologica.

Di questo e di tanto altro si è parlato durante l’evento “Il gioco buono – il punto di vista degli enti locali”, durante la quale gli ospiti, in particolare il direttore dell’Istituto di Ricerca SWG, Riccardo Grassi, hanno sottolineato la presenza di una serie di dicotomie nel gioco d’azzardo in Italia. Prima fra tutte quella del gioco illegale in rapido aumento, che si accompagna e mette le radici in una situazione normativa e regolativa frammentaria e carente.

Dello stesso avviso la Sapar, l’Associazione Nazionale Gestori Gioco di Stato, che cita le parole del Presidente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, Marcello Minenna, nel corso del recente convengo su “Gambling: infiltrazioni mafiose nel gioco legale”. Qui il Presidente ha parlato di “di illegalità che ‘segue schemi molto innovativi‘. Il Direttore Generale ha inoltre rimarcato l’importanza di un riordino a livello nazionale del gioco legale in vista delle nuove concessioni. I giusti interrogativi del direttore generale urgono delle risposte immediate da parte del Governo sulla stratificazione di norme concorrenti che rende di fatto impossibile fare le gare per rinnovare le concessioni e fare la necessaria prevenzione”, si legge nella nota di Sapar.

L’origine del ritorno del gioco illegale risiede in un’altra dicotomia dell’azzardo, quella della migrazione massiccia verso l’online, un fenomeno nuovo che rende la prevenzione e il monitoraggio più difficili. Il recente cambiamento di abitudini dei giocatori, infatti, ha messo in crisi il settore normativo degli enti locali, che deve correre ai ripari guardando a un riordino e un riassetto istituzionale che, però, tarda a venire. L’ultima delle dicotomie del gioco d’azzardo in Italia, infatti, è proprio questa: da un lato gli enti locali chiedono la diminuzione dell’offerta di gioco e maggiore chiarezza per quanto riguarda le leggi, dall’altro le aziende di gioco chiedono garanzie, sostegni e misure meno restrittive allo stato.

La soluzione, dunque, è veramente di difficile risoluzione. Servirà un impegno da tutte le parti in causa, mondo della politica e mondo del gioco, per garantire all’economia una ripresa sicura e netta.