Giovedì 12 Maggio sciopero proposto dai sindacati contro le prove Invalsi


invalsi“No Invalsi, no valutazione”. E’ lo slogan con cui i sindacati propagandano lo sciopero del 12 maggio, contro le prove Invalsi.
Si riaffaccia puntualmente, nel mondo della scuola, la polemica sull’ Invalsi. Le prove Invalsi, che hanno preso il via il 4 maggio nelle scuole primarie, servono a monitorare la qualità del sistema scolastico, attraverso test somministrati agli studenti in forma anonima. In particolare, vengono rilevate le competenze in italiano e matematica. Le prove di giorno 12, previste per le seconde classi delle superiori, rischiano di saltare a causa dello sciopero indetto da Usb, Gilda e Unicobas.
Per i sindacati autonomi di base “non vi è alcuna prova che in questi anni i test Invalsi abbiano prodotto dei miglioramenti nella qualità di apprendimento. Inoltre, la somministrazione dei test interrompe le lezioni, violando il diritto allo studio di tutti gli studenti”.
C’è chi si chiede, però, come mai il problema dell’interruzione delle lezioni nessuno se lo pone mai quando le scuole vengono chiuse per motivi elettorali.
Tra molte polemiche, dunque, ogni anno alcune sigle sindacali tentano il “boicottaggio” delle prove Invalsi. Quest’anno, rispetto agli anni passati, si prevede un’adesione più massiccia alla protesta. “In diverse scuole primarie – si legge in una nota Usb- abbiamo riscontrato una adesione compatta. Stiamo intervenendo in tutti quei casi, segnalati dai lavoratori, rispetto ad abusi, intimidazioni e tentativi di sostituzione lesivi del diritto di sciopero”.
Il nodo più controverso del dibattito consiste nella “obbligatorietà della somministrazione e correzione da parte dei docenti. La domanda più frequente è se tale attività rientri tra quelle funzionali all’insegnamento previste dall’art. 29 comma 2 del CCNL Scuola 2006/2009.
L’interpretazione più accreditata tra i sindacati e che la somministrazione delle prove Invalsi sia obbligatoria, ma non la correzione, che dovrebbe essere a carico dell’ente valutatore.
C’è anche chi sottolinea la differenza tra correzione e tabulazione, nel senso che non si tratterebbe di una vera e propria correzione, in quanto le risposte sono predeterminate. “Ragion per cui – commenta un docente- se proprio la scuola vuol collaborare alla tabulazione delle prove, non si capisce perché debbano essere coinvolti soltanto i docenti di italiano e matematica, e gli altri mai”.
Per la Flc Cigil, la somministrazione delle prove, se non assunta dal Collegio docenti nel piano delle attività, non rientra tra gli obblighi dei docenti e, pertanto, si configura come attività straordinaria e aggiuntiva.
Secondo la Gilda “è obbligatoria per gli insegnanti la somministrazione delle prove nel proprio orario di lavoro, ma non è affatto obbligatoria la correzione e la tabulazione. Le scuole che non deliberano nel POF le attività di valutazione dell’Invalsi devono dunque solo concorrere alla realizzazione dell’iniziativa. E lo faranno durante l’orario di servizio dei docenti, sospendendo l’attività didattica e somministrando le prove, ma non correggendo gli elaborati, per lo stesso principio che il controllato non può essere anche il controllore e quindi per il conflitto di competenza in re ipsa”.
Al riguardo, nell’ art. 51 comma 2 del decreto legge n. 5 del 9 febbraio 2012, convertito nella legge n. 35 il 4 aprile 2012, si legge: “La partecipazione alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti affidate all’INVALSI viene definita “attività ordinaria d’istituto”, con l’evidente intento di risolvere per via legislativa la controversa questione degli obblighi che la somministrazione delle prove comporta per il personale scolastico”. L’obbligo, dunque, dovrebbe sussistere per la sola somministrazione delle prove, non essendoci nel testo di legge alcun riferimento alla correzione e tabulazione. Tale interpretazione è confermata dal DPR 80 del 2013, in cui si legge che le scuole hanno l’obbligo di collaborare alla rilevazione Invalsi, mentre è compito dell’ Ente valutatore “ l’elaborazione e diffusione dei risultati della valutazione”. A meno che non si voglia aprire una polemica nella polemica sul significato della parola “somministrazione”, i docenti si rassegnino quindi a propinare i quiz. Ma l’obbligo di correzione e tabulazione è ancora tutto da dimostrare.

Antonella Mongiardo


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