Giustizia: se una cosa va riformata, non funziona


 Se una macchina non funziona, la porto dal meccanico; all’estremo, la rottamo. Se la scuola non funziona, la colpa è in massima parte dei professori; se un aereo cade, la colpa è molto probabilmente del pilota; se una pratica giace mesi e mesi, la colpa è dei burocrati, magari con la scusa del covid; se l’Inghilterra ha perso gli Europei, la colpa è dei rigoristi e del portiere. Eccetera. Ciò premesso, posso sapere perché a tanti pare strano che se non funziona la giustizia, la colpa sia al 50, al 70% dei magistrati? I quali, come il pilota come i professori come il portiere inglese danno invece la colpa a qualcun altro. I Greci antichi, più furbi, se la sarebbero presa con il Fato, le Cere o Moira, o Zeus.

 O almeno così la pensa la gente, incluso chi scrive. Se il giudice convoca per le ore 09 e arriva alle ore 12, e rinvia a nuovo ruolo perché la nonna del cancelliere ha avuto il menarca, per carità, è tutto legale, tutto regolare, tutto sacrosanto e previsto da qualche norma, però la gente, incluso chi scrive, si domanda: Come mai U. N., quando insegnava, si presentava alle 08,20 in classe; e invece il giudice no?

 E se si legge sui giornali, e su appositi libri, che il Consiglio Superiore della Magistratura presenta uno, dieci, cento casi sospetti, la gente si chiede se è in atto un’indagine seria; anzi, perché Nessuno abbia pensato di scioglierlo e tanti saluti.

 Riassumendo, non è affatto vero che i magistrati siano dei Marziani scesi sulla Terra, dotati di virtù morali e intellettuali superiori ai comuni figli di Eva. Sono dei laureati in legge che hanno vinto un concorso, il che li rende magistrati, non eroi né portatori di messaggi di valore metafisico.

 Dagli anni 1970, per effetto del crescente discredito dei politicanti, hanno acquistato troppo potere; e bisogna ridimensionarli come tutti gli altri dipendenti dello Stato; devono essere controllati non solo e non tanto per casi di disonestà – pur non rarissimi – ma per produttività. Se un giudice lavora poco, va punito. Se non deposita la sentenza e il mafioso esce – è successo – va arrestato.

 Per fare ciò, è utile il metodo di Catone il Censore, il quale, raccontando la II punica, non scrisse mai “Scipio” o “Hannibal”, ma solo “dux Romanorum” e “dux Carthaginiensium”, come fossero due funzionari dei rispettivi Stati, e non due personaggi da romanzo meritevoli di statue. Perché non ci vuole niente, da “Scipio” a “Caesar”. O, per restare in tema, da Deioce giudice dei Medi a Deioce sovrano assoluto: leggete Erodoto.

 Come avrete notato, non sto dicendo niente dei particolari tecnici, che ignoro. Dico però che se una cosa ha bisogno di essere riformata (e “ce lo chiede l’Europa”, se no niente quattrini), vuol dire che non funziona.

Ulderico Nisticò