Grande manifestazione a Lamezia Terme a difesa dell’Ospedale


hdr_1458399545006“Lamezia è viva, ragà, pensavano che non avremmo dato una risposta e, invece, eccoci qua, tutti insieme a difendere il nostro ospedale. Questo messaggio deve arrivare forte e chiaro al ministro Lorenzin”. Più che un messaggio una dichiarazione di guerra, quella che un rappresentante del movimento studentesco lanciava questa mattina dal megafono, marciando in testa al grande corteo cittadino che ha sfilato in difesa dell’ ospedale “Giovanni Paolo II”.

Una manifestazione civile e pacifica che ha visto sfilare cittadini, studenti, politici, medici e volontari. La protesta, che ha racconto oltre un migliaio di persone in Piazza della Repubblica, ha preso le mosse dal decreto di riordino della rete ospedaliera emesso dal commissario Massimo Scura, che prevede lo smantellamento di alcuni reparti dell’ ospedale di Lamezia Terme. Alla mobilitazione hanno aderito anche gli studenti delle scuole superiori lametine, tra cui il liceo classico, il liceo scientifico, l’ Itg, il liceo Campanella”, l’ Itc “De Fazio”.

hdr_1458399508850Indignato e agguerrito il tenore degli striscioni:  “L’ ospedale non si tocca, difendiamolo con la lotta”, “Curarsi nella propria città è un diritto”, “Giù le mani dall’ ospedale”.  Non sono mancati neppure gli slogan antipolitici. “I politici sono qui a caccia di voti e non di vite umane”, “Stiamo lontani dai politici per non farci contaminare”, si leggeva su alcuni cartelloni.

 “Non possiamo rischiare di perdere il nostro ospedale- dicono Luigi e Fulvio del Geometra- perché esso serve l’ intero comprensorio”.

Secondo Alessio Vaccaro, rappresentante d’ istituto della Ragioneria: “Protestiamo contro il taglio dei reparti. E’ evidente il danno che provocherà lo smantellamento di una struttura che serve non solo Lamezia, ma l’ intero comprensorio. Se restiamo senza ospedale, dovremo raggiungere Catanzaro, che dista 45 minuti”.

“Ma–fa eco Antea Tramontana, in rappresentanza del liceo classico- non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. Oggi ci rivolgiamo alle autorità regionali e nazionali che non stanno facendo nulla  per difendere il nostro diritto alla salute”.

Secondo Laura dell’ Itg: “Se la protesta si limiterà solo alla giornata di oggi sarà inutile. Sarebbe meglio far sentire la nostra voce presso le autorità regionali e nazionali. Ai nostri governanti vorrei dire una cosa. E’ impensabile chiudere il Tin, perché so, per esperienza personale,  quanto è importante questa struttura. Mia madre e la mia sorellina, nata con tre mesi di anticipo e sottopeso- dice- avrebbero corso  seri pericoli se non fosse stato per la competenza dei medici della rianimazione e dei reparti di maternità e neonatologia”.

“L’ iniziativa di oggi vuole smuovere la sensibilità di chi detiene il potere- dice Concetta Perri, responsabile del Tribunale dei diritti del malato- Lamezia non può restare fuori dall’ hub di Catanzaro”.

Tra i manifestanti anche diversi medici e operatori sanitari. Come Luigi Cugnetto,  medico  di base: “Al disservizio creato dal decreto del ministro della salute Lorenzin in riferimento alla appropriatezza prescrittiva  che limita la prevenzione delle malattie- commenta- si aggiunge il grave disservizio territoriale ospedaliero, non potendosi l’ utente curare in modo adeguato e in tempi brevi, a causa delle  lunghe liste di attesa, nonché il danno arrecato dal venir meno dei reparti. Quando poi non si capisce perché i fondi regionali vengono distribuiti in cattedrali nel deserto, come il palazzo della regione e l’ assurdo accorpamento dell’ ospedale pugliese con il policlinico Mater domini“.

“E’ vergognoso e inaccettabile- afferma il consigliere comunale Carolina Caruso- Chi ci governa prima sperpera i soldi e poi si rifà sulla salute dei cittadini. Sulla questione dell’ ospedale provo  rabbia e risentimento. In un primo momento volevo dissociarmi,  perché coloro che hanno distrutto la sanità non meritano una manifestazione civile. Non sono rancorosa, ma indignata per quanto accade in Italia e nel governo regionale. La paventata chiusura di alcuni reparti andrebbe addebitata, più che al decreto Scura,  ai conti correnti  di chi  sulla sanità ha sperperato, sprecando il denaro pubblico e mettendo a repentaglio la vita dei cittadini, ai quali non  sono più garantite prestazioni efficienti ed efficaci. Anche se le spoliazioni – prosegue Caruso-hanno radici ben  più lontane, dovremmo chiedere a Scura e a Oliverio perché mai debba essere sempre Lamezia a pagare per tutti. Alla manifestazione di oggi ho deciso di partecipare anche io. In molti mi hanno spinto in tal senso, considerando la mia presenza più necessaria. Queste persone mi hanno convinto a scendere in piazza, da cittadina a fianco i cittadini, per combattere la mala politica e preservare il nostro diritto alla salute. I reparti non si toccano. Pretendiamo che l’offerta del nostro nosocomio venga potenziata, in termini di qualità dei servizi offerti”.

Secondo il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro “il commissario Scura dovrebbe perseguire un obiettivo di integrazione del Giovanni Paolo II nel sistema sanitario dell’intero asse Catanzaro-Lamezia, mediante la costituzione di un’ unica Azienda che sappia equamente distribuire competenze e risorse.  Mentre prende corpo il grande hub sanitario “Dulbecco”, è impensabile che resti tagliato fuori proprio il presidio di Lamezia”.

“Lamezia è viva, ragà, pensavano che non avremmo dato una risposta e, invece, eccoci qua, tutti insieme a difendere il nostro ospedale. Questo messaggio deve arrivare forte e chiaro al ministro Lorenzin”. Più che un messaggio una dichiarazione di guerra, quella che un rappresentante del movimento studentesco lanciava questa mattina dal megafono, marciando in testa al grande corteo cittadino che ha sfilato in difesa dell’ ospedale “Giovanni Paolo II”.

Una manifestazione civile e pacifica che ha visto sfilare cittadini, studenti, politici, medici e volontari. La protesta, che ha racconto oltre un migliaio di persone in Piazza della Repubblica, ha preso le mosse dal decreto di riordino della rete ospedaliera emesso dal commissario Massimo Scura, che prevede lo smantellamento di alcuni reparti dell’ ospedale di Lamezia Terme. Alla mobilitazione hanno aderito anche gli studenti delle scuole superiori lametine, tra cui il liceo classico, il liceo scientifico, l’ Itg, il liceo Campanella”, l’ Itc “De Fazio”.

Indignato e agguerrito il tenore degli striscioni:  “L’ ospedale non si tocca, difendiamolo con la lotta”, “Curarsi nella propria città è un diritto”, “Giù le mani dall’ ospedale”.  Non sono mancati neppure gli slogan antipolitici. “I politici sono qui a caccia di voti e non di vite umane”, “Stiamo lontani dai politici per non farci contaminare”, si leggeva su alcuni cartelloni.

 “Non possiamo rischiare di perdere il nostro ospedale- dicono Luigi e Fulvio del Geometra- perché esso serve l’ intero comprensorio”.

Secondo Alessio Vaccaro, rappresentante d’ istituto della Ragioneria: “Protestiamo contro il taglio dei reparti. E’ evidente il danno che provocherà lo smantellamento di una struttura che serve non solo Lamezia, ma l’ intero comprensorio. Se restiamo senza ospedale, dovremo raggiungere Catanzaro, che dista 45 minuti”.

“Ma–fa eco Antea Tramontana, in rappresentanza del liceo classico- non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. Oggi ci rivolgiamo alle autorità regionali e nazionali che non stanno facendo nulla  per difendere il nostro diritto alla salute”.

hdr_1458399579212Secondo Laura dell’ Itg: “Se la protesta si limiterà solo alla giornata di oggi sarà inutile. Sarebbe meglio far sentire la nostra voce presso le autorità regionali e nazionali. Ai nostri governanti vorrei dire una cosa. E’ impensabile chiudere il Tin, perché so, per esperienza personale,  quanto è importante questa struttura. Mia madre e la mia sorellina, nata con tre mesi di anticipo e sottopeso- dice- avrebbero corso  seri pericoli se non fosse stato per la competenza dei medici della rianimazione e dei reparti di maternità e neonatologia”.

“L’ iniziativa di oggi vuole smuovere la sensibilità di chi detiene il potere- dice Concetta Perri, responsabile del Tribunale dei diritti del malato- Lamezia non può restare fuori dall’ hub di Catanzaro”.

Tra i manifestanti anche diversi medici e operatori sanitari. Come Luigi Cugnetto,  medico  di base: “Al disservizio creato dal decreto del ministro della salute Lorenzin in riferimento alla appropriatezza prescrittiva  che limita la prevenzione delle malattie- commenta- si aggiunge il grave disservizio territoriale ospedaliero, non potendosi l’ utente curare in modo adeguato e in tempi brevi, a causa delle  lunghe liste di attesa, nonché il danno arrecato dal venir meno dei reparti. Quando poi non si capisce perché i fondi regionali vengono distribuiti in cattedrali nel deserto, come il palazzo della regione e l’ assurdo accorpamento dell’ ospedale pugliese con il policlinico Mater domini“.

“E’ vergognoso e inaccettabile- afferma il consigliere comunale Carolina Caruso- Chi ci governa prima sperpera i soldi e poi si rifà sulla salute dei cittadini. Sulla questione dell’ ospedale provo  rabbia e risentimento. In un primo momento volevo dissociarmi,  perché coloro che hanno distrutto la sanità non meritano una manifestazione civile. Non sono rancorosa, ma indignata per quanto accade in Italia e nel governo regionale. La paventata chiusura di alcuni reparti andrebbe addebitata, più che al decreto Scura,  ai conti correnti  di chi  sulla sanità ha sperperato, sprecando il denaro pubblico e mettendo a repentaglio la vita dei cittadini, ai quali non  sono più garantite prestazioni efficienti ed efficaci. Anche se le spoliazioni – prosegue Caruso-hanno radici ben  più lontane, dovremmo chiedere a Scura e a Oliverio perché mai debba essere sempre Lamezia a pagare per tutti. Alla manifestazione di oggi ho deciso di partecipare anche io. In molti mi hanno spinto in tal senso, considerando la mia presenza più necessaria. Queste persone mi hanno convinto a scendere in piazza, da cittadina a fianco i cittadini, per combattere la mala politica e preservare il nostro diritto alla salute. I reparti non si toccano. Pretendiamo che l’offerta del nostro nosocomio venga potenziata, in termini di qualità dei servizi offerti”.

Secondo il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro “il commissario Scura dovrebbe perseguire un obiettivo di integrazione del Giovanni Paolo II nel sistema sanitario dell’intero asse Catanzaro-Lamezia, mediante la costituzione di un’ unica Azienda che sappia equamente distribuire competenze e risorse.  Mentre prende corpo il grande hub sanitario “Dulbecco”, è impensabile che resti tagliato fuori proprio il presidio di Lamezia”.

Antonella Mongiardo


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