Gratteri: “La droga arrivava dal Sud America a Soverato gestita dal clan Gallace”


È stata denominata “The keys”, le chiavi, l’operazione condotta ai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, coordinati dalla Dda di Catanzaro, che ha portato 11 persone in carcere e 10 ai domiciliari con accuse, a vario titolo di associazione per delinquere dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi clandestine, danneggiamento, con l’aggravante di aver indotto minorenni a commettere tali reati.

Un nome nato dal fatto che i vertici della cosca, appartenenti al clan Gallace di Guardavalle, detenessero le chiavi dei depositi di droga che si trovavano in case disabitate all’interno del paese. Chiavi che non venivano cedute a nessuno per evitare che cadessero in mani sbagliate e che i depositi venissero scoperti.

«Un clan, quello dei Gallace, capace di importare droga dal Sud America e importarla al dettaglio sul territorio di Soverato» ha spiegato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Gli indagati, hanno sottolineato il comandante provinciale Antonio Montanaro e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, hanno messo in atto diversi tentativi per eludere le indagini in atto. In una occasione hanno tagliato dei cavi di corrente lasciando al buio una palazzina di Guardavalle.

Lo spaccio si estendeva dal Soveratese alla provincia di Reggio Calabria ha spiegato il comandante della Compagnia di Soverato, Luigi Cipriani. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati 7000 euro in contanti, cocaina e una botola in costruzione che conduceva direttamente nella casa di un indagato. Percorrendo il cunicolo dall’esterno i carabinieri sono riusciti a sorprendere l’accoscato entrandogli direttamente in casa.