GRAZIE! Al Sindaco e ai cittadini di Soverato!


donalfonsoGrazie di cuore a lei, signor Sindaco, alla sua Giunta comunale per avermi conferito la cittadinanza onoraria di Soverato.
Grazie a tutti i cittadini di Soverato!
Non nascondo di aver provato un certo imbarazzo.
Poi ho pensato all’affetto di voi tutti di ieri e di oggi.
Credo che questo evento va al disopra di tante considerazioni.
So bene che sono stato da sempre, spero nel cuore di tutti, “suveratanu”!
Come ho ricordato durante la cerimonia, in questo gesto vi leggo il riconoscimento del dono grande della Provvidenza fatta alla città di Soverato: la presenza sia dei salesiani che delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sono stati e resteranno nella memoria di tutti per il prezioso contributo dato alla crescita umana, educativa e culturale di tutti i cittadini.
Sono stato prima dell’evento al Cimitero. Lì ritrovo nella preghiera e nella meditazione la vera comunione dei nostri cuori! Ai nostri cari che sono in cielo dobbiamo tutto.
Vorrei lasciarvi un mio particolare ricordo.
Leggo nel testo della targa ricordo la prima espressione: “…Quale atto di gratitudine per aver illuminato la vita dei giovani, degli emarginati, dei bisognosi e degli indifesi…”
Non so se io vi sia riuscito realmente. Credo personalmente al contrario: sono stati i giovani, gli emarginati, i bisognosi e gli indifesi a dare luce alla mia vita, a donarmi energie per vedere in loro i segni visibili della Misericordia e della tenerezza di Dio.
In un convegno organizzato al Morgana alcuni anni fa, in piena estate, all’aperto, nel contesto di eventi culturali, si parlò di disagio minorile. Lasciai allora un messaggio.
Vorrei ripeterlo oggi in questa occasione. Un concetto base, che deve sempre animare la nostra azione educativa. Pensare l’impegno sociale come un “dare” è impoverire i “bisognosi” delle ricchezze umane e spirituali che esprime chi vive nella sofferenza e nell’abbandono umano, affettivo e culturale. Gli stessi genitori o insegnanti sanno bene che educando si è educati. Per questo ho sempre pensato che il primo educatore e maestro di vita sia il bambino. Sembra un paradosso, ma è così! Non parla, ma i suoi occhi, i suoi movimenti sono il vero faro di luce, con incredibili messaggi di semplicità e di amore profondo. Ho provato in questi anni di vivere sempre e di servire il prossimo posto tra due poli: la semplicità dei piccoli e la saggezza degli anziani! Visto così essere dalla parte degli “ultimi” ci fa sentire non un benefattore ma un fratello del povero. Credetemi! Non c’è cosa più bella ed emozionante! Provateci! Non costa molto.
Grazie di nuovo a lei signor sindaco e a voi tutti con-cittadini (ne ho diritto ora).
Zifonso suveratanu! (suona maluccio, ma ci sta!) (Fonte Facebook)


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