Guardie e ladri in Calabria…


Avete mai giocato a guardie e ladri, in soveratese “latri e carbineri”? Tutti, penso di sì. Facile: i ladri dovevano correre, e le guardie dovevano acciuffarli. Ricordo bene il mio amico Emilio, che ci stracciava tutti quanti in velocità. Ora, provate a immaginare che, iniziato il gioco, i ladri corressero sì, però piano piano; e le guardie, pure piano piano… Ebbene, nessuno poteva dire che non stessimo giocando; però era un gioco fermo, poco divertente.

Ebbene, così è andata per decenni, in Calabria: guardie e capiguardia, cioè giudici e polizie, hanno sempre inseguito i ladri, e nessuno, dico nessuno ha mai violato le regole del proprio dovere; e i ladri non avevano molto bisogno di correre, perché l’inseguimento era come il sale nelle ricette di cucina: q. b., quanto basta. Ripeto: procuratori, giudici, carabinieri e polizie hanno sempre compiuto il loro dovere; mai, e dico mai, qualcuno di loro si è rifiutato oppure ha trascurato di “aprire un fascicolo”; anzi, stando ai corrispondenti locali della stampa, le loro indagini erano “a trecentosessanta gradi”, non risparmiando nessuno, e dico nessuno. Complimenti a tutti i giudici eccetera, fino a un paio di anni fa. Attenzione, anche i ladri rispettavano le regole: ricevevano l’avviso di garanzia, e continuavano a stare fermi sulla loro poltrona, nominavano un difensore, dichiaravano subito di aver piena fiducia nella magistratura. Sia chiaro che querelo chiunque anche solo sospetti che in questa mia ultima frasetta sia contenuta anche solo una goccia di ironia.

Risultato: fino a due anni fa qui erano tutti incensurati, anche quelli più chiacchierati di Barabba e Semiramide, e notoriamente presunti tangentisti. Poi leggiamo che a Catanzaro, a Soverato, stanno beccando a gradi settecentoventi, e non i soliti più o meno poveracci o criminali di paese, ma una bella sfilza di giacche e cravatte, e di politicanti di altissimo livello. Sapete come la penso? Che le guardie oggi si sono messe a correre, e i ladri, che non se l’aspettavano, anzi si aspettavano guardie quasi ferme come prima, finiscono arrestati e in gattabuia. Alleluia!
Capite la differenza tra un gioco secondo le regole e un gioco giocato con entusiasmo e pigliandoci gusto? Così anche Catanzaro e Soverato e Isola CR eccetera e Vibo e Reggio e Cosenza sono diventate, da paradisi dell’onestà, normali città italiane piene di politicanti corrotti. Com’è successo? Semplice: le guardie stanno correndo! I presunti ladri, che, a forza di mangia mangia, hanno messo su pancia, e che pancia, non corrono, e li portano in auto al gabbio.

Ulderico Nisticò


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