I giudici uccisi


 Ricorre l’anniversario dell’uccisione di Falcone, e ricordiamo qui lui, i morti con lui, Borsellino, il beato Livatino, Scopelliti… e Della Chiesa.

 E, come ogni volta che tocchiamo questo argomento, ci domandiamo il perché. La domanda non è giudiziaria, giacché non è competenza di chi scrive; è una domanda politica. I procedimenti giudiziari, per loro natura, possono solo, se ce la fanno, determinare responsabilità personali: esecutori materiali, eventuali mandanti più o meno consapevoli; ma non il perché.

 Nessuno storico serio può evitare di chiedersi e chiedere come sia stato possibile che un uomo di altissima esperienza come Della Chiesa sia stato ucciso, in modo così facile, nel bel centro di Palermo; e perché alla mafia importasse eliminare Falcone e Borsellino, e in modo così plateale e volutamente spettacolare. E la famosa agenda di Borsellino, cosa conteneva, se si affrettarono a farla sparire? E non certo i mafiosi!

 Il problema è che la sola documentazione accessibile è giudiziaria; e se ci sono documenti (molto improbabile!!!) di servizi segreti, sono nascosti; e se qualcuno sa qualcosa, il silenzio è la sua assicurazione sulla vita, soprattutto se accompagnato dalla minaccia di parlare.

 Senza scordare che i politici e politicanti di trent’anni fa o sono morti, o, se vivi, qualcuno di ottima memoria li ricorda come meritano: per pura curiosità. E se qualcuno parlasse, direbbero che è in senescenza e s’inventa le cose.

 La mia impressione è intuitiva. Dal 1943, quando la riportarono gli Americani, agli anni 1990, lo stato (participio passato del verbo essere) e la mafia convissero tranquillamente; poi successe qualcosa, probabilmente a livello europeo e internazionale (nel 1989 veniva abbattuto il Muro di Berlino, poi cadeva l’URSS), per cui il patto del 1943 si dovette rompere; e divenne una guerra.

 La guerra, ovviamente, la vinse lo stato, perché era ed è più potente per ovvi motivi; e perché alla fine le mafie sono niente altro che associazioni per delinquere; e basta controllare i giri di soldi, per sapere di chi sono e a chi vanno. E oggi le mafie sono in giacca e cravatta, e non mangiano la capra.

 Chi ha voluto la morte di alcuni giudici e altri? A chi davano fastidio? Cosa sapevano? Cosa volevano ottenere, gli assassini?

 Assassini, nel senso non certo di chi mise in atto il delitto, il quale non solo non era informato del perché, ma, sempre per il concetto di assicurazione sulla vita, soprattutto non lo voleva sapere. Certe cose, si fanno in silenzio.

Ulderico Nisticò