I soldi servono per essere spesi


Il poeta latino Orazio deride quel taccagno che ha conservato sotto cento chiavi il buon vino Cecubo; e quando sarà morto, se lo berrà un suo erede più intelligente, anzi, spensierato, lo verserà sul pavimento.

Più serio, il da me molte volte citato san Tommaso d’Aquino, c’informa che la funzione del denaro è nella spesa, cioè che il denaro inizia a vivere quando serve a comprare qualcosa o qualche servizio; se no, sul piano psicologico è una nevrosi; su quello economico, è peggio dello sperpero e dello scialacquo.

L’Europa, l’Italia e persino la nostra miserrima Calabria, hanno soldi conservati sotto mille e più chiavi, e che non vengono spesi; perciò non producono alcun effetto o beneficio a nessuno; perciò sono come quei tesoretti dell’archeologia, monete messe sotto terra, e che stanno nei musei: a Soverato ne sono stati ritrovati due, e uno e a Reggio, l’altro a Roccelletta. Sono monete ormai senza corso legale, scadute da due millenni e passa!!!

La Calabria, come abbiamo letto e subito commentato, ha tre miliardi non spesi da quei geni della politica che furono i vari A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra); e assessori e passacarte. Tre miliardi, per la Calabria, sono una tombola: la Santelli li tiri fuori con un decreto, strafregandosene di ogni remora e regolamenti capestro.

E se davvero ci sono i 54 milioni per la Trasversale, li scuciano subito, e il 4 maggio s’inizino i lavori per l’ammodernamento della Gagliato – Turriti: e che nessuno spacci patacche di progettoni, piloni o svincoli fasulli tipo Soriero.

Mi fermo qui: insomma, Europa o Stato italiano o Regione, mettano in circolazione tutti i soldi possibili. L’operaio assunto per la strada, comprerà per la sua famiglia il necessario e il superfluo, e via soldi in giro.
E questo sia detto per i soldi pubblici. Ma non dimentichiamo quelli privati, che alcuni hanno nelle banche, e altri nascondono i contante. Vanno scoperti e spesi.

Non capite male: mica voglio mandare la psicopolizia come in 1984 di Orwell; basta che l’economia, e prima di essa la vita sociale, tornino vivaci e ottimistiche, come non sono da almeno un trentennio: mica per il virus!
Attenzione: tappiamo la bocca ai pauperisti e agli odiatori del bello, e che abbatterebbero le cattedrali per aprire sedi di carità… pelosa!!! Cancelliamo dai libri di scuola e dalle tracce dei temi la depressione obbligatoria e ipocrita.

Riassumendo: meglio berlo in vita, il vino, che lasciarlo a un erede scialacquone.
Per buon esempio: quando sarà passato il virus, organizziamo subito una maxifesta soveratana, con cibo, danze, e varie ed eventuali.

Ulderico Nisticò