Il prossimo 20 maggio sarà un giorno importante per Francesco Gregorace, giovane originario di Soverato, che presterà giuramento per entrare ufficialmente nella magistratura.
Dopo anni di studio e impegno, prenderà servizio presso il Tribunale di Milano, iniziando così il suo percorso al servizio della giustizia.
Quella di Gregorace non è un’eccezione isolata, ma si inserisce in un contesto cittadino che da anni si distingue per la presenza di giovani capaci, determinati e preparati. Insieme a lui, infatti, meritano di essere ricordati anche altri coetanei che hanno recentemente intrapreso la stessa strada, come Stefano Costarella, anch’egli entrato da poco in magistratura, e Carmen Tedesco, oggi in servizio presso la Corte d’Appello. Nomi che raccontano di una generazione che ha saputo credere nei valori dello studio e della responsabilità civile.
Soverato si conferma così una comunità che, pur nella sua dimensione territoriale contenuta, continua a offrire al Paese professionisti di valore, animati da un forte senso del dovere. Questo risultato non nasce per caso. È frutto di un tessuto sociale che da decenni coltiva cultura e partecipazione.
Basti pensare al ruolo fondamentale svolto dalle associazioni culturali, dalle realtà educative locali e, in particolare, alla storica presenza dei Salesiani, punto di riferimento educativo per intere generazioni. Proprio da lì, da quelle aule, molti giovani hanno ricevuto metodo, valori e un’idea alta di cittadinanza attiva.
Il pensiero va anche ai magistrati calabresi che hanno tracciato un solco profondo nella storia della giustizia italiana, come Salvatore Curcio e Nicola Gratteri. Figure che, pur nelle loro specifiche carriere, hanno incarnato un modello di rigore, legalità e impegno sociale.
È con la consapevolezza di questo esempio, ma senza enfasi o retorica, che anche i nuovi magistrati soveratesi si affacciano al loro ruolo, ben sapendo che la toga è prima di tutto un servizio alla collettività.
A Francesco Gregorace vanno gli auguri di tutta la comunità, che lo accompagna con discreto orgoglio, sapendo che ogni traguardo individuale è, in fondo, anche il riflesso di un percorso collettivo.