Il 3 gennaio 1925


U. N., Anno cento E. F. ? Analisi politica del Fascismo ad un secolo dalla Marcia su Roma.

Gli anniversari, cerimonie escluse, sono utili a riflettere sulla storia. Avremmo il 25 aprile 1945, 80 anni; e qui cominciamo con il centenario del 3 gennaio 1925.

Nella futura mitologia fascista, era una data solenne, tanto che le era intitolata una divisione della Milizia come al 23 marzo [1919] e al 28 ottobre [1922]. Ma vediamo, in breve, cosa successe davvero.

Uscita vincitrice dalla Prima guerra mondiale, l’Italia piombò nella crisi economica e babele politica. Le elezioni del 1919 videro primo partito i socialisti del Partito Socialista Italiano, che però si divisero in correnti e scissioni (1921, nascita del Partito Comunista d’Italia di Bombacci, Terracini, Gramsci; Partito Soc. Unitario di Matteotti… etc), e oscillarono, senza decidersi, fra tentazioni rivoluzionarie verbali e accordi di governo. Alle elezioni del 1921 ottennero 35 deputati i Fasci, intanto divenuti Partito Nazionale Fascista (PNF), la cui presenza nella realtà italiana era però molto più forte che in parlamento, e con un consenso crescente. Intanto nascevano e cadevano governi insignificanti, con gravissimi insuccessi in politica estera. Dilagarono scontri tra fascisti e socialcomunisti, nell’incapacità dei governi di fermarli.

I liberali storici pensarono di cooptare i fascisti con offerta di ministeri; fu Michele Bianchi a imporre di respingere l’offerta e prendere con la forza il potere. La marcia su Roma non trovò opposizione né dallo Stato né da avversari. Vittorio Emanuele III diede a Mussolini l’incarico, e questi formò un governo con fascisti, liberali, popolari… Tra ministri, sottosegretari e sostenitori in parlamento: Croce, Diaz, Facta, Gentile, Giolitti, Gronchi, Orlando…

Il governo di coalizione emanò regi decreti per riforme sostanziali. Esempio: già nel febbraio del 1923 (ma il primo decreto è della notte di San Silvestro 1922), Gentile completò la riforma della scuola, solo opportunamente modificata da Bottai nel 1939, e che, nonostante maldestri interventi posteriori e invasioni ideologiche, vige tuttora. Ferma fu la politica estera nei confronti di Francia e Germania e Iugoslavia, donde l’annessione di Fiume e di vari territori coloniali in Somalia e Libia. Eccetera, mentre poco aveva da dire, in quei due anni, l’opposizione.

Su questo clima abbastanza tranquillo piombarono le elezioni del 1924, tenutesi con la legge Acerbo maggioritaria, e l’uccisione di Matteotti il 10 giugno. Mentre è certo che il delitto sia stato compiuto da Dumini, sulle dinamiche e le cause si discute ancora dopo due processi e varie inchieste, e periodiche più o meno attendibili rivelazioni, che chiamano in causa vari generi di misteri.

Le opposizioni, inclusi i partiti che fino a quel momento avevano sostenuto il governo, decisero di disertare il parlamento (Aventino): errore gravissimo, di cui si accorsero solo i comunisti, tornando poi sui banchi. Il 3 gennaio Mussolini pronunziò il discorso che rivendicava la responsabilità morale di imporre la dittatura; e sciolse tutti i partiti, tranne il PNF…

…che alla fine venne sciolto come partito, e restò un efficiente e asettico ente di Stato, senza vita politica. Ma questo è un altro discorso, e ne parleremo a proposito dell’ottantesimo del 1945.

Ecco un piccolo esempio di come utilizzare i centenari.

Ulderico Nisticò