Il caro bollette per le industrie ed i comuni calabresi in predissesto è più oneroso rispetto alle altre regioni


La Calabria secondo i dati di TERNA (Ente Gestore Delle Reti Elettriche Italiane) produce più energia di quella che consuma con un surplus pari a 10.951,4 GWh ( vedi tabella Terna allegata). Il dato di per se non costituisce meraviglia o stupore, se mai dà il senso e la conferma di una cosa risaputa e cioè del fatto che la nostra regione è una regione poco industrializzata o niente affatto industralizzata con poche fabbriche e pochi insediamenti produttivi.

Il sottosviluppo del Meridione e della Calabria, in particolare, non è da addebitare ai soli meridionali e calabresi, come molti vorrebbero far credere , ma ad una ben precisa e pervicace volontà politica dei partiti nazionali con la colpevole complicità di quasi tutti quelli locali. In queste elezioni politiche, grazie ad una legge elettorale definita da tutti la peggiore mai esistita ma alla fine da tutti voluta perché consente alle segreterie dei partiti di designare anzitempo e prima delle votazioni nominativi a loro più organici che con probabilità molto elevate verranno eletti, le liste elettorali in Calabria sono composte da persone “ catapultate” da altre regioni che non conoscono i problemi reali e le esigenze dei calabresi, il collegio elettorale loro assegnato e soprattutto non sono mai stati in Calabria.

Una logica aberrante che limita se non addirittura annulla la libertà di scelta dei cittadini. Nei programmi elettorali dei vari partiti non ci sono risposte organiche ed incisive per colmare il divario tra Nord e Sud anche se tutti riconoscono, ma solo a parole, la necessità improrogabile di colmare il gap esistente che penalizza non solo il Sud ma lo sviluppo complessivo dell’Italia. Quasi tutti i leaders di partito si limitano ad affermazioni generiche, a riproporre le solite cose trite e ritrite quali la realizzazione del ponte sullo Stretto, l’alta velocità, il completamento della statale 106 o strada della morte e ultimamente la defiscalizzazione per le imprese che investono nel Sud.

Per comprendere le bugie dei politici e capire le loro “ pinocchiate” basta leggersi il PNRR da cui si evince chiaramente che gli investimenti destinati al Sud sono nettamente inferiori a quelli previsti dalla Comunità Economica Europea (CEE). In questi giorni gli italiani , le famiglie, le piccole e medie imprese sono preoccupati per il caro bollette. Il costo dell’energia stabilito da ARERA ( Autorità di regolazione per energia reti ed ambiente) si aggira intorno a 0’27 KWh. In Calabria, come al solito e come avviene nel settore assicurativo che prevede costi maggiori per assicurare una macchina rispetto al resto d’Italia, al danno anche la beffa. La beffa per le imprese calabresi è il cosiddetto fattore Ω , una tassa di salvaguardia sull’energia per i comuni in dissesto o per le aziende in difficoltà.

Tale tassa imposta da ARERA per la Calabria è pari a 26,60 €/MWH ed è mediamente più del doppio rispetto alle altre regioni. E’ del tutto evidente che la bolletta dell’energia in Calabria per queste imprese, pur essendo la regione che produce energia più di quanto ne consuma, grazie o per colpa del fattore Ω, costi più delle altre regioni. Promuovere lo sviluppo della Calabria e del Sud in generale significa favorire gli insediamenti produttivi non solo proponendo la defiscalizzazione , ma anche l’abbattimento dei costi dell’energia elettrica. A Crotone, grazie al minor costo dell’energia, nacque negli anni sessanta un grande polo industriale con le sue luci e le sue ombre.

Perché un’impresa dovrebbe investire in Calabria se i costi energetici sono superiori a quelli delle altre regioni? Perché non far pagare le royalties alle imprese energetiche del mercato libero che esistono ed operano in Calabria e destinarle all’abbassamento dei costi dell’energia ed, infine, perché questa disparità di trattamento tra regione e regione considerando ,tra l’altro, che l’immissione in rete ,uno dei parametri che determinano il costo finale dell’energia, ha un costo diverso in funzione della distanza dell’utenza? Che senso ha parlare con queste premesse di sviluppo del Sud e della Calabria? Tutte domande che meritano risposte appropriate e non farfugliate da chi pretende di rappresentare i calabresi in parlamento.

Nicola Iozzo