Il centro(destra) e l’allergia alla cultura


Muccino, Santelli e Bova

Secondo voi, oggi leggeremo che la Santelli e Spirlì hanno licenziato Muccino? Ma no: e forse ora capirete perché.

Ragazzi, non pretendo Bottai, Costamagna, d’Annunzio, Evola, Deledda, Gentile, Maccari, Marconi, Marinetti, Piacentini, Pirandello, Rocco, Sarfatti, Serpieri, Sironi, Ungaretti eccetera. Lo so che siamo in tempi culturalmente grami per tutti, e per la destra in specie: ma ciucci del tutto, via, ora anche con l’ignoranza ora stiamo ad esagerare.
È mai possibile che il centro(destra) calabrese vanti il quasi 60% dei voti, quindi della popolazione, cioè un 1.400.000 persone; e in mezzo a 1.400.000 persone, la Regione non trovi, calabrese, un regista, un produttore, uno scenografo, un truccatore, un bigliettaio, insomma un tizio qualsiasi del cinema, cui affidare un filmato sulla Calabria?

Evidentemente, no, nel senso che non lo cercano, se bussano a tale Muccino; il quale poi prende a pesci in faccia Salvini, e di conseguenza anche a Spirlì che è del partito di Salvini, la Lega; e che, in una con la Santelli, paga un pacco di soldi a Muccino, affinché faccia… no, affinché non faccia un bel niente, e tanto meno uno spot. Fossi io presidente, avrei già licenziato in tronco Muccino: poi si rivolga al Tribunale del lavoro, e ci facciamo due risate.

Ma il problema del centro(destra) non è la paura del Tribunale; è uno spaventoso complesso d’inferiorità nei confronti di quella che, per capirci, chiamiamo la cultura di centrosinistra. Questa ormai da decenni si è impadronita di un’arma potentissima di dominio delle coscienze, che è il linguaggio.
Parentesi: questo dominio NON si estende ai voti, come ben sapete dai numeri, e mica solo in Calabria; e ciò rende la cosa ancora più ridicola, e, per quel che mi riguarda, più irritante.

Il linguaggio di scuole, giornali, chiese eccetera è, automaticamente e inconsapevolmente, di sinistra. Esempio, i clandestini, che però anche la destra chiama migranti, e così, senza accorgersene, li legittima. Fatevi quanti altri esempi volete, e vi accorgete della potenza immane di parole come “umanità”, che, analiticamente, non vuol dire nulla, anzi è una parola pericolossima e a rischio di relativismo amorale; però basta a tappare la bocca all’uomo di destra medio. Eccetera.
Il problema di fondo della sedicente destra è che non è affatto una destra, ma solo una sinistra timida e impacciata. Dove sono i bei tempi del Bagaglino, del Borghese, del Candido… quando la destra era padrona della satira, e la usava come sferza? Sono finiti.

Fu così che la destra, che dal 1994 è stata al governo per una buona metà del tempo, non ha girato un film di destra, non ha cantato una canzone di destra… e se qualche raro libro si è diffuso, è stato per purissimo merito suo e senza il minimo aiuto. I giornali di destra, con qualche raro articolo leggibile, sono come gli Annali di Volusio: carta per i pesci.

Esempio: se io (tranquilli, non l’ho mai fatto e non lo farò mai) andassi alla Regione a chiedere un finanziamento per un’ideona a vantaggio della Calabria (ne ho, ne ho tantissime), a me l’usciere farebbe pagare il biglietto d’ingresso! Poi mi direbbero che l’ideona è di quelle che possono venire a mente solo a professore [Ulderico] Nisticò… e per tutto risultato mi farebbero pagare anche il biglietto di uscita.

Ecco da dove spuntano i Muccino, che si pappano 1.700.000 € per uno spot turistico che, alla data del 12 settembre e l’inverno alle porte, non solo non c’è, ma non ci sarà mai.
Sapete che farebbe, un vero uomo di destra? Ve lo dico subito: spedirebbe una lettera RRR a Muccino per licenziarlo senza una lira, per evidente inadempienza contrattuale. Tutti i giornali di sinistra d’Europa e d’America piangerebbero come Niobe trasformata in fontana; ma c’è sempre l’espediente di un motto di altri tempi che, tradotto in politicamente corretto, è “non me curo”.
E invece Muccino si pappa i soldi della Calabria, e, lui lo può dire, è di sinistra, se ne frega.

Ulderico Nisticò