Il fallimento di Pizzo e della Calabria


Una volta tanto che il governo (credo fosse un altro merito di Minniti!) voleva rendere un servizio alla Calabria, addirittura indicendovi un G7 dei ministri dell’interno delle Potenze, la Calabria mostra tutte le sue debolezze e arretratezze e carenze strutturali.

La scelta era caduta su Pizzo, indubbiamente una delle località più belle del Tirreno, e ricca di storia senza sempre tirare fuori Murat; e molto frequentata dai turisti. E allora? E allora, una banale ricognizione ha mostrato che mancano “strutture ricettive” e strade per ospitare adeguatamente le 400 persone previste. Attenzione, 400 partecipanti ai lavori; ma immaginate spiegamento di forze di polizia eccetera. Niente da fare, l’idea era buona ma non realizzabile, ed è ufficiale l’annunzio che non se ne fa nulla.

Eppure la costiera tra Pizzo e Nicotera pare ricca di alberghi, campeggi e altro; vero, ma tutto piccolo, tutto disseminato, tutto rimasto più o meno a trent’anni fa.
Quanto alle strade, immaginate, chi conosca i luoghi, un corteo di auto e scorte tra lo svincolo autostradale e la Tonnara: un percorso che già mette a dura prova la pazienza di un singolo automobilista. Strade della provincia di Vibo, poi, eternamente terremotate.

Conclusione: nel caso migliore, che è proprio il tratto Pizzo – Tropea – Nicotera, la Calabria è stata concepita e attrezzata come una spiaggia, solo una spiaggia; e per un turismo balneare di breve durata e offerta modesta. Non è, l’intera Calabria, minimamente adeguata a rispondere ad altre richieste: e figuratevi a un convegno mondiale di personalità e relativi servizi.
Ma nemmeno, la Calabria, sa concepire una qualsiasi alternativa al mare: turismo religioso, culturale, scolastico, di salute, termale, della terza età… Niente, solo Pinne fucile occhiali.
Anzi, manco quelli, perché il mare che offriamo noi è letteralmente solo mare, dove i più fanno un pediluvio, qualcuno meno freddoloso il bidet, e rarissimi, non rari nantes in gurgite vasto.

Certo che non si poteva riparare in una settimana, però la lezione dovrebbe servirci a riflettere:

– I piagnoni retribuiti di mestiere non se la possono prendere con il governo, che invece voleva Pizzo e l’aveva proposto;
– I finti borbonici pinoaprilati non se la possono prendere con Garibaldi, il quale non si curava di alberghi; o con il Nord con quel che segue di bufale;
– I finti patrioti non se la possono prendere con i Borbone: a Pizzo, Ferdinando II non volle l’ospitalità di un palazzo, e la chiese a un piccolo convento;
– Insomma, anche questa volta è tutta e sola colpa nostra, e colpa secolare; nel caso del turismo, essersi convinti che il modello Vitelloni sarebbe durato in eterno: maschi cerebrolesi in cerca di donnette facili, più spiaggia e canzonette sceme tipo Marina, Marina. Non è giunta a nessun calabrese la notizia che dagli anni 1950 a oggi è trascorso più di mezzo secolo, e tutto è cambiato.
Secondo voi, la lezione di Pizzo servirà a qualcosa e a qualcuno, in Calabria? Certo che no: tutti continueranno il ritornello “Quanta gente sul Lungomare”, e a vantare il progresso di qualche zero virgola. Se poi arriva il cantante…

Che volete che sia, un convegno mondiale? C’è il cantante! A Diamante, poi, c’è persino Belen, sia pure in pudichi pantaloncini da volley e antifarfallina: in Calabria, meglio evitare tentazioni di femminucce e di convegni con ministri e altre cose serie del 2017. Siamo nel 1950, no?

Ulderico Nisticò


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