Il governo, e “I cosi longhi…


…diventanu serpi”, come insegnava la mia bisnonna materna, depositaria di una saggezza che proveniva almeno da tre secoli. Mirabile vichiana sintesi dei proverbi: più una cosa si dilunga, più incidenti e complicazioni succedono, e comunque faccende imprevedibili.

 Il 21, se non ricordo male, c’è un vertice europeo, e l’Italia sarà rappresentata da Draghi, il quale si è dimesso il 21 luglio. Il 25 settembre abbiamo votato, ma ancora non abbiamo un governo nuovo. E nel frattempo, parecchie cose lunghe rischiano la metamorfosi in vipere. Penso alle divisioni del destracentro subito dopo la vittoria; quelle abbondanti del centrosinistra, c’erano già prima.

 Oggi è 16; l’altro martedì sarà un mese dalle urne, e certo non si sarà fatto il governo; anzi è difficile che venga assegnato l’incarico. Alla Meloni, se ci fosse la più banale logica; ma più tempo passa, più è possibile ogni ofidizzazione: dal greco ophis, serpente. E serpi, nella politica italiana, ce ne sono più di ogni sezione specializzata dello zoo.

 In Gran Bretagna, è caduto Boris Johnson, e subito la regina ha nominato Liz Truss; e lo Stato ha un governo che governa: tutto alla luce del sole, e c’è poco spazio per i britannici rettili. Anche in Italia, del resto, se un sindaco viene meno per un qualsiasi motivo, si vota, e ne facciamo un altro subito: perché al governo no?

 In Italia per ancora più giorni continueremo ad avere due governi, uno in attesa e l’altro, quello Draghi, che resta di fatto in carica, e che, non ve lo scordate, aveva… no, ha una maggioranza di quasi tutti tranne i futuri vincitori del 25 settembre, Fratelli d’Italia; ed era sostenuto da partiti che nelle urne o sono stati dimezzati come i 5 stelle, o pesantemente bastonati come PD, Lega e Forza Italia. Governa dunque un governo che non esiste; e il prossimo ancora non c’è… e i cobra sono in agguato.

 Siamo, insomma, in piena partitocrazia stile Prima repubblica, e nel rispetto formale di costituzione e istituzioni che non corrispondono alla realtà. Istituzioni partitocratiche che devono essere, secondo me, immediatamente cambiate. E non basta cambiare la legge elettorale, serve proprio la ristrutturazione globale del sistema politico italiano, ovvero, chi vince governa, e chi perde fa l’opposizione; e la fa in parlamento, non all’estero o nelle piazze. Chi perde, si deve organizzare per la rivincita, non fare la faccia di chi riteneva che il potere gliel’avesse lasciato in eredità il nonno.

 E chi vince, deve avere la sacrosanta faccia tosta di affermare che ha vinto, e ha vinto perché ha preso la nettissima maggioranza dei voti; e che quindi la maggioranza degli elettori si riconosce nei vincitori e non nei vinti; e che i vincitori sono portatori di una visione della vita che non è quella dei vinti, ma diversa o contraria. Se Fontana è cattolico in un’Italia che è cattolica almeno dai tempi di Costantino, gli atei possono benissimo non essere d’accordo, ma se lo devono tenere. Anzi, è ora di finirla con la bufala dei “valori condivisi”, che non esistono se non come minimo comune denominatore quasi zero, cioè rinunciando ai valori. Per restare nell’esempio, i cattolici credono in Dio (e in tutto il resto del Credo) e gli atei no: e semplicissimo; e non c’è niente in comune; e niente da fingere che ci sia.

 Quanto al Fascismo… ragazzi, il prossimo 28 fanno cento anni dalla Marcia su Roma; e, per dirla con Tacito a proposito della repubblica romana ai tempi di Augusto, non c’era rimasto quasi nessuno in vita che se la potesse ricordare di persona, e la si studiava sui libri di storia come cosa ormai antica.

 A proposito di libri, sul Fascismo proprio il 28 esce il mio, di storia: leggetelo. Io sono nato nel 1950; Larussa, più grandicello, nel ‘47; ma la Meloni, nel 1977. Il Fascismo storico non c’era più dal 1945; e se ci fosse oggi, 2022, anno Cento, sarebbe tutt’altra faccenda. Esempio, se qualcuno proponesse oggi la conquista dell’Etiopia, lo farei subito arrestare. Come mai? Beh, qui pare brutto, ve lo spiego in privato.

 A proposito di quello di allora, di tutto potete accusare i fascisti tranne che di moralismo bacchettone: anzi… per non parlare di futuristi e dannunziani.

 E abbiamo altre e terribili urgenze: perciò, serpenti permettendo, serve subito il governo.

Ulderico Nisticò