Il mistero di Pasolini e tanti altri misteri che resteranno tali


 A parte l’ipotesi più ovvia, sulla quale per umana pietà sorvoliamo, sono cinquant’anni, mezzo secolo, che si cercano spiegazioni complicate dell’assassinio di Pierpaolo Pasolini (1922-75).

Di lui diciamo solo che fu una mente complessa, e che il suo pensiero si può considerare la nostalgia di un piccolo mondo antico, in gran parte immaginario, insidiato, secondo lui, dal progresso tecnologico.

Lo si può annoverare tra gli scrittori di “strapaese”, come, per accostamento paradossale, Guareschi; e come le ricorrenti ideologie passatiste, ecologiste, pauperistiche… Vero che la cultura di Pasolini era di ben altro spessore, spaziando anche nel campo della religione, del mito greco…

Vero, ma nella sostanza fu cantore di un tempo perduto; e di un’umanità contadina sognata buona e mite e felice. Un mito greco esso stesso, che certo aveva trovato in Esiodo, poi latinamente in Virgilio; ma che non risponde ai fatti di nessuna epoca.

Quanto alla politica in senso stretto, aveva cercato nel comunismo la soluzione dei mali del capitalismo; ma, proprio perché uomo colto, si rese conto che il suo mondo arcaico era lontanissimo da Marx, che lo avrebbe tacciato di “sottoproletari” nemici dei proletari; a parte che l’ultimo Marx sconfina in Rousseau; e che il Partito Comunista di allora espulse Pasolini.

Siccome a me piace dire tutto, quando la finiana Alleanza Nazionale cercò pateticamente, e invano, di formarsi una dottrina, arruolò, assieme a De Gasperi, anche Pasolini. Offro un caffè a chi giura di ricordarsi sul serio dell’esistenza di Alleanza Nazionale e soci.

La morte di Pasolini fu e rimane un mistero. Se oggi si facessero delle indagini e si venisse a sapere, dico per altro paradosso, che tra i colpevoli c’è il ministro Pincopalla di uno qualsiasi dei partiti della Prima repubblica o dei loro avversari, solo qualche accanito storiografo si ricorderebbe di quei partiti, e meno che meno di Pincopalla, casualmente ministro in quegli anni quando cadevano più governi che foglie, e che nel frattempo è morto di morte naturale: naturale, forse!

E già, perché anche alcune morti andrebbero sottoposte a indagine. Esempio: sul caso Moro sono state scritte pagine a fiumi e girate pellicole eccetera, ma ancora nessuno ha chiesto la cosa più evidente, cioè “perché Moro”.

Idem per Ustica e le bombe. Forse tra qualche decennio qualcuno spulcerà archivi segreti ormai pubblici, e scoprirà…

…scoprirà, cosa? Che dietro Ustica e Pasolini e caso Moro eccetera c’è stato Pincopalla o Pancopillo; ma sarebbe una spiegazione giudiziaria (“la responsabilità penale è personale”), e non politica o del sistema. E, per concludere con altra ovvietà, se Pancopillo è stato incaricato da Pincopalla di incaricare un sicario per fare una delle cose di cui sopra… non l’ha fatto certo per iscritto e con protocollo e raddomandata r. r.

Anzi, non lo ha fatto proprio; l’ha lasciato capire come Calogero Sedara del Gattopardo quando gli ammazzarono il suocero imbarazzante. Il suocero si beccò “dodici lupare nella schiena”, Sedara morì deputato.

Ulderico Nisticò