Il rimedio peggiore del male?


 La Calabria è il disastro che sappiamo, ma anche gli altri non scherzano. Dopo Astrazenica, vaccino con danni collaterali, ora ci si mette anche J&J: ecco che dei vaccinati subiscono gravi controindicazioni e morte. Non mi stupisco più di tanto, giacché i Greci insegnano che phàrmakon vuol dire sia medicinale sia veleno; e anche quando pigliamo un’aspirina… anche quando mangiamo una soppressata c’è qualcosa che può far male. Mai quanto il digiuno, però; mai quanto il covid. Io non farò nulla per affrettare la mia sorte positiva o negativa, ma se mi chiamano vado a farmi vaccinare. À la guerre comme à la guerre, dicono in Francia.

 Però com’è che una ditta finora famosa per saponette e lozioni dei capelli “senza lacrime”, la J&J, una bella mattina si è messa a fabbricare vaccini? Ce l’hanno quello che gli anglomani chiamano il background, cioè le competenze? Hanno sperimentato il farmaco prima su qualche malcapitato animale cavia, poi su volontari umani… insomma, tutte le procedure previste dalla scienza medica e dalle leggi?

 Esistono ancora i comitati etici? Io ne facevo parte, a Catanzaro, e abbiamo lavorato seriamente gratis, prima che qualche medico politicante se ne impadronisse a pagamento… e praticamente chiudendolo, visto che non ne ho più sentito parlare.

 Essenziale compito dei comitati etici è l’antico adagio dei medici medioevali: “Primum non nocere”, cioè evitare che una medicina o un intervento peggiorino le cose. Qui stiamo assistendo alla corsa a chi fabbrica più fiale, a chi ne vende di più, a chi è più amico di qualche amico… Spuntano vaccini come fiori di primavera, dei quali alcuni sono fiori rosa fiori di pesco e daranno pesche, altri sono come quelli di Virgilio: fallunt aconita legentes, ingannano chi li coglie e sono velenosi. Come i funghi, del resto, chi non li conosce. Io non conosco i funghi, e quando vado con gli amici, faccio loro compagnia senza toccarne uno.

 Ci sono anche quelli allucinogeni, e io spiego alla compagnia che forse con quelli si drogavano signore e signore della Roma bene del 186 aC, quando il console fece una bella retata nella notte, poi svegliò i senatori all’alba, e un senatoconsulto vietò i culti di Bacco in tutta Italia, pena la testa. Ho capito che ne volete sapere di più: domani… salvo qualche altro guaio più contemporaneo.

Ulderico Nisticò